Home » C’è chi dona per il piacere di donare

C’è chi dona per il piacere di donare

Etica & Valori

Normalmente una persona gode quando le viene regalata qualcosa. Non sempre però, perché spesso il regalo non è gradito, sia perché chi ha fatto il gesto non è persona adeguata, sia perché spesso il regalo comporta una non chiara contropartita.
La questione non è difficile da comprendere, anche perché c’è una cartina di tornasole e cioé una sorta di controprova. In che cosa consiste? Nel provare gusto e piacere nell’atto di donare. In altri termini, chi dona trae una soddisfazione nel vedere la contentezza vera di chi ha ricevuto il dono.
Non sembri un ossimoro, cioé il contrasto fra il dare e il ricevere perché, per fortuna, vi è tanta gente propensa a donare solo per il piacere di fare godere ad altri qualcosa, qualche gesto, qualche parola.
Spesso il donare, però, è quasi un malinteso perché il gesto riguarda magari l’elargizione di una piccola somma, qualche capo d’abbigliamento non usato o qualche altro oggetto.

Si potrebbe trattare di un malinteso se l’atto del donare riguardasse solo le cose materiali. Invece, è più importante donare il proprio tempo, la propria comprensione, la propria capacità di stare vicino a chi ha bisogno, per far sentire il proprio calore umano con adeguate parole, gesti e comportamenti.
Ciò che conta è proprio il rapporto umano, perché si può trasmettere un sentimento idoneo a dare conforto e ad aiutare chi sta male, non solo fisicamente, ma soprattutto psicologicamente.
Ognuno di noi dovrebbe essere consapevole di voler vivere, invece di essere vissuto: cioé essere attivo e non passivo; trainare e non essere trainato; locomotiva e non vagone.
In altri termini, bisognerebbe dotarsi di entusiasmo nel fare qualunque azione, come antidoto al pessimismo cronico che aleggia in molte persone, le quali vedono sempre tutto nero e ribaltano sugli altri quelle colpe che sono proprie, perché incapaci di fare e di dare.
Entusiasmo viene dal greco en che significa “dentro” e theos, che vuol dire “dio”: il dio dentro.
Ciò non significa che dobbiamo sentirci superiori agli altri, anzi dobbiamo fare continui bagni di umiltà pensando alla pochezza che ognuno di noi rappresenta.
Pensiamo, ragioniamo, operiamo tenendo conto di quella risorsa molto limitata che è il tempo a nostra disposizione, fra il momento in cui emettiamo il primo vagito e l’altro in cui emettiamo l’ultimo respiro. Se solo avessimo la consapevolezza di questa risorsa così ridotta, cercheremmo di valorizzare al massimo le cose che facciamo, introducendo la qualità, che consente di fare più cose nello stesso tempo.
Ovviamente dipende dalla nostra capacità di essere ottimisti piuttosto che pessimisti. Infatti, un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità; un ottimista vede l’opportunità in ogni difficoltà.
Questo modo di vedere e di vivere la vita ci fa capire come sia importante la solidarietà che si manifesta, appunto, con il donare.
Per svolgere questa attività bisogna volerlo, concentrandosi, organizzando il proprio tempo e ripartendolo fra le varie cose che vogliamo e sappiamo fare, ed altre che vogliamo imparare se abbiamo fame di conoscenza, per colmare la nostra immensa ignoranza.

Il pessimista si ritiene una vittima cronica, destinatario di tutte le sfortune e quindi incapace di potersi risollevare perché i macigni che gli altri gli hanno messo addosso sono inamovibili.
Perché il pessimista fa questo ragionamento? La risposta è semplice: la colpa è degli altri e quindi lui non ne ha alcuna. E così trascina la sua vita fino a quando il corpo si spegnerà e forse neanche l’ultimo momento di resipiscenza lo farà pentire di avere sprecato un’occasione unica: la vita.
Vi sono molte persone, appartenenti ad associazioni di volontariato, che donano tempo, fatica, prestazioni, in tutto il mondo e anche nel nostro Paese. Bisogna essere grati a queste persone che, anziché cercare svaghi e divertimenti, si dedicano ai malati, ai bisognosi, ai disabili, ai poveri.
Ma questo non basta, perché ognuno di noi deve fare quello che può fare per donare, ricordandosi ancora una volta il piacere che si prova con questo gesto.