Cei, a messa col Green pass? No, basta la mascherina, meglio se Ffp2 - QdS

Cei, a messa col Green pass? No, basta la mascherina, meglio se Ffp2

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Cei, a messa col Green pass? No, basta la mascherina, meglio se Ffp2

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venerdì 07 Gennaio 2022

Le norme stabilite dal Protocollo tra la Cei e il governo consentono di fronteggiare l’attuale situazione pandemica. Senza necessità di introdurre il green pass anche a messa.

Le norme stabilite dal Protocollo tra la Cei e il governo consentono di fronteggiare l’attuale situazione pandemica. Senza necessità di introdurre il green pass anche a messa. Lo spiega all’Adnkronos il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, Vincenzo Corrado, a proposito del dibattito sul green pass obbligatorio ormai in quasi tutti i luoghi tranne in chiesa.

“Partirei da alcuni dati che possono aiutare nel ragionamento, tenendo sempre conto del rischio effettivo e quindi di possibili differenziazioni territoriali: in Italia ci sono circa 25mila parrocchie; le diocesi sono 227. Più che soffermarsi sui problemi e sulle difficoltà, conviene porre l’attenzione su un dato di fatto: il Protocollo del 7 maggio 2020 – osserva il portavoce della Cei – ha permesso ai fedeli di riconoscere le chiese come luogo di culto in cui fedeli e pastori possono ritrovarsi per le celebrazioni liturgiche con ordine, serenità, raccoglimento nella preghiera”.

“Quel testo, redatto e firmato dopo la prima fase acuta della pandemia, tiene unite almeno due esigenze: la tutela della salute e indicazioni accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale, grande o piccola che sia. Anche le celebrazioni di questo Tempo di Natale si sono svolte in forma disciplinata, seguendo le indicazioni del Protocollo, ma anche gioiosa, come espressione di una fede che è dono e che si rinnova quotidianamente”, osserva.

Le indicazioni del Cts per lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche in sicurezza

La certificazione verde dunque non è richiesta per partecipare alle celebrazioni. Si continua a osservare quanto previsto dal Protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico-Scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, comunione solo nella mano, niente scambio della pace con la stretta di mano, acquasantiere vuote.

Nessun focolaio nelle 25 mila parrocchie

Il portavoce dei Vescovi sottolinea: “Nelle circa 25mila parrocchie, ad oggi, non sono stati registrati focolai e, qualora ci fossero stati, sarebbero comunque in un numero ridottissimo. E chiaro che ora si va verso una nuova fase. Il virus ha una crescente capacità di contagiare e di diffondersi rapidamente, per questo è importante il rispetto del Protocollo che prevede tutte le misure necessarie per far fronte alla situazione attuale: il distanziamento, l’accurata igienizzazione di luogo, oggetti e mani e, ancora di più, l’indossare la mascherina. Il Protocollo non specifica la tipologia, se chirurgica o Ffp2; certamente quest’ultima ha un elevato potere filtrante e può essere consigliata, come peraltro le autorità stanno ribadendo in questi giorni”.

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