Secondo uno studio della Università Usa Nyu Langone “Le basi della patologia potrebbero essere anche ambientali”. Tracce di pesticidi nei pazienti celiaci
ROMA – Essere esposti ad alcuni agenti inquinanti e pesticidi potrebbe raddoppiare il rischio di celiachia. Nei soggetti di sesso femminile (la celiachia è più diffusa tra le donne) il rischio può essere dalle 5 alle nove volte maggiore. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Research dagli esperti della Università Usa Nyu Langone. Condotto da Leonardo Trasande, lo studio ha coinvolto 30 individui di 3-21 anni cui era stata appena diagnosticata la celiachia e 60 coetanei senza malattia.
Tracce di pesticidi e altri inquinanti sono state ritrovate più spesso nel sangue dei pazienti celiaci rispetto ai soggetti sani di controllo. In particolare lo studio mostra che alti livelli plasmatici di pesticidi o di sostanze in essi contenute come il dicloro-clorofenil-etilene (Dde) o sostanze pericolose come il perfluoroalcossi che è contenuto nel teflon sono legate a maggior rischio di malattia, specie nelle giovani il cui rischio è fino a 9 volte maggiore.
Se questi risultati fossero confermati su un campione più ampio di pazienti si potrebbe pensare che la base o le cause della malattia siano non solo genetiche ma anche ambientali.