TAORMINA (ME) – L’annunciata proroga di sei mesi per il Centro di Cardiochirurgia pediatrica del Mediterraneo all’ospedale San Vincenzo di Taormina, non fa dormire sonni tranquilli ai diretti interessati. Dopo l’annuncio del presidente della Regione, Renato Schifani, che il Ccpm in convenzione con il Bambino Gesù di Roma resterà in attività nel nosocomio taorminese fino al prossimo 31 luglio, un nuovo accorato appello è stato lanciato dai genitori dei piccoli ricoverati a Taormina, che hanno voluto manifestare pubblicamente il loro perdurante stato di angoscia per non sapere dove, dal primo di agosto, i loro figli potranno continuare a ricevere assistenza.
Ricostruiamo la storia, anche se ormai nota alle cronache: lo speciale reparto del San Vincenzo, aperto nel 2010 grazie alla collaborazione con l’istituto romano che fa capo al Vaticano, è oggi un assoluto fiore all’occhiello della sanità pubblica locale, ma vive in uno stato di continua precarietà ormai dal 2017, dopo la scadenza della prima convenzione settennale con il Bambino Gesù. Da allora si è andati avanti soltanto a suon di proroghe annuali, aspettando di riaprire la cardiochirurgia pediatrica a Palermo. Spostamento che da un anno a questa parte è stato deciso da Palazzo d’Orleans, con il completamento del reparto all’Arnas Civico del capoluogo e la nuova gestione affidata per tre anni al San Donato di Milano, presieduto dall’ex ministro Angelino Alfano, per 8 milioni di euro.
Taormina avrebbe dovuto definitivamente chiudere lo scorso luglio, a favore di Palermo, perché una norma del decreto Balduzzi (Dm 70/2015), prevede una sola cardiochirurgia pediatrica ogni cinque milioni di abitanti. Dopo una mobilitazione generale, che ha portato il caso alla ribalta della politica nazionale, anche grazie a continue visite e appelli di vip e personaggi pubblici (su tutti Fiorello), missive indirizzate al Presidente della Repubblica e a Papa Francesco, era stata concessa un’ulteriore proroga di sei mesi, poi estesa al 31 gennaio per ragioni “tecniche”, così diceva il governo regionale.
Adesso l’ennesima proroga, grazie all’ulteriore deroga da parte del ministero della Salute, motivata però dal fatto che il governo Schifani l’abbia richiesta perché necessaria al fine di “garantire tutte le attività sanitarie pertinenti per organizzare un raccordo operativo con la nuova Cardiochirurgia pediatrica del Civico di Palermo, assicurare la completa presa in carico dei pazienti cardiopatici pediatrici siciliani e la complessiva messa a regime della nuova struttura nel capoluogo siciliano”. Insomma, la sostanza dell’accordo sta nel fatto che la proroga a Taormina è solo funzionale per la riapertura a Palermo.
Nulla invece pare affacciarsi all’orizzonte sulla possibilità di ottenere dal Ministero una deroga definitiva, per mantenere in vita il reparto al San Vincenzo, né tantomeno un possibile accordo con la Regione Calabria, più volte tirato in ballo ma mai concretizzato. Ergo, la preoccupazione manifestata dai genitori dei piccoli ricoverati, così come la delusione generale di fronte a decisioni che mettono in pericolo una delle realtà sanitarie siciliane più famose nel mondo.
Il Ccpm, diretto dal primario Sasha Agati, è diventato un’istituzione internazionale nel settore, grazie a migliaia di prestazioni e successi che lo hanno qualificato come sede della Congenit Heart Academy, e centro di formazione a distanza con i Children’s Hospital di Toronto e Miami. È anche il primo centro in Italia per l’assistenza meccanica cardiorespiratoria nei pazienti neonatali e pediatrici, e sono numerose le collaborazioni che i medici del San Vincenzo hanno instaurato in giro per il mondo, andando a operare in prima persona in zone disagiate del pianeta. Nel 2023 infine il Ccpm è arrivato terzo nel Piano nazionale esiti per i servizi sanitari regionali resi, grazie a indicatori di performance che ne hanno certificato la qualità dell’assistenza.