Cardiochirurgia pediatrica a Palermo, i dubbi e il ricorso - QdS

I dubbi sulle selezioni per la Cardiochirurgia pediatrica a Palermo, c’è un ricorso

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I dubbi sulle selezioni per la Cardiochirurgia pediatrica a Palermo, c’è un ricorso

Salvo Catalano  |
martedì 11 Luglio 2023

Dal successo sanitario della riapertura della cardiochirurgia pediatrica a Palermo alle perplessità sul concorso dell'azienda Arnas Civico: scoppia il "caso".

La cardiochirurgia pediatrica è tornata a Palermo a 13 anni dalla chiusura. Giovedì 6 luglio il governatore Renato Schifani ha voluto presentare personalmente l’avvio delle attività all’ospedale Di Cristina, frutto di un accordo triennale del valore di 8 milioni di euro con l’istituto San Donato di Milano, di cui è presidente l’ex ministro Angelino Alfano.

Una scelta fortemente voluta dal presidente della Regione siciliana e che presuppone parallelamente la chiusura del reparto di Taormina, dove da oltre dieci anni la cardiochirurgia pediatrica è gestita dall’Asp di Messina assieme all’ospedale Bambin Gesù di Roma.

La cardiochirurgia pediatrica a Palermo e il caso Taormina

Taormina ha ancora cinque mesi di vita, la chiusura è prevista a gennaio del 2024 ed è appesa a una richiesta di deroga avanzata dalla Regione al Ministero della Salute per potere avere sull’isola due reparti: uno a Palermo e uno a Taormina. Una lotta sposata silenziosamente anche dal presidente dell’assemblea regionale Gaetano Galvagno e da Fratelli d’Italia, che starebbe seguendo da vicino il caso Taormina. Così la partita sarebbe diventata anche politica, con una contesa tutta interna al centrodestra tra Schifani e Forza Italia da un lato che puntano forte sul polo pediatrico da fare nascere a Palermo e Fratelli d’Italia che spinge per salvare il reparto di Taormina, diventato un’eccellenza per tutto il Sud Italia e riferimento per molti medici del Sud del mondo. Ma sui primi passi del nuovo reparto palermitano gravano già alcuni ostacoli.

Il ricorso e i dubbi sul concorso

A guidare il reparto di cardiochirurgia pediatrica di Palermo è stato scelto Fabrizio De Rita, 41 anni, laureato a Brescia e specializzato a Verona. Poi la sua carriera si sposta in Inghilterra, dove lavora al Freeman Hospital di Newcastle. In particolare da maggio 2019 è responsabile clinico per la cardiochirurgia congenita.

De Rita vince il concorso bandito dall’azienda Arnas Civico di Palermo, ma su quella selezione è stato presentato un ricorso al Tar di Palermo che solleva dubbi sia rispetto alla valutazione dei titoli dei candidati, sia sui criteri adottati per la scelta della commissione. A presentarlo è Gabriele Scalzo, primario di cardiochirurgia pediatrica all’ospedale di Bari, che non ha superato neanche la prima fase di valutazione dei titoli. Per essere ammessi al colloquio orale avrebbe dovuto ottenere sei punti, ma si è fermato a cinque. “Non adeguato”, secondo la commissione. Lui, così come gli altri tre candidati. L’unico ad avere il punteggio necessario per affrontare l’orale è stato De Rita, a cui, sulla base dei titoli, sono stati assegnati 14 punti su 20.

Scalzo in particolare contesta di avere ottenuto un solo punto per le attività professionali e di studio formalmente documentate nelle attività oggetto dell’incarico da conferire. Una valutazione “assolutamente abnorme”, si sottolinea nel ricorso, tenuto conto dei 23 anni di servizio in Cardiochirurgia Pediatrica in strutture pubbliche. Oltre ad attività di studio, “quali partecipazione a 183 Corsi e Congressi di cui 130 su Cardiopatie Congenite, 38 relazioni a Corsi e Congressi di cui 37 su Cardiopatie Congenite, 30 pubblicazioni di cui 21 su Cardiopatie Congenite, ed attestato di Formazione manageriale obbligatorio per Direttori di struttura complessa del SSN”.

Sullo stesso ambito a De Rita – “che non vanta un curriculum cosi ampio”, secondo il ricorrente – sarebbero stati assegnati cinque punti. Altra valutazione “ancora più paradossale” è quella sugli incarichi di insegnamento e consulenza svolti nelle materie inerenti l’incarico da conferire. In questo settore Scalzo ottiene zero punti. Eppure tra il 2003 e il 2011 ha insegnato presso le scuole di Specializzazione di Pediatria e di Cardiochirurgia e Cardiologia di Catania; tra il 2013 e il 2015 al Master di II livello in Cardiologia Pediatrica dell’Università di Messina e più di recente al master in Cardiologia Pediatrica e Cardiopatie congenite dell’università di Bari. Oltre a 24 Docenze a Corsi ECM su Cardiopatie Congenite. “Non è dato sapere perché non sia stato attribuito nemmeno un punto pur in presenza di queste evidenze documentali”, si sottolinea nel ricorso.

Scalzo, che ha avuto modo di accedere agli atti, ha inoltre scoperto che De Rita non ha presentato la documentazione allegata a supporto dei titoli e delle attività professionali svolte, come richiesto dal bando stesso, ma ha solo inviato il suo curriculum in lingua inglese. E ancora, mancherebbe pure la dichiarazione di equipollenza del servizio svolto all’estero (“che costituisce la parte certamente preponderante e per certi versi esclusiva del percorso professionale e di studi dell’odierno controinteressato”, si legge nel ricorso).

Le perplessità sulla Commissione e la replica

Ma il ricorso va oltre e solleva perplessità sulle modalità con cui la commissione è stata scelta. A presiederla è stato il direttore sanitario dell’Arnas Civico, Gaetano Buccheri. Ne hanno fatto parte Alessandro Giamberti, direttore della Cardiochirurgia pediatrica dell’istituto San Donato di Milano, nonché da poco direttore del neonato reparto gemello di Palermo, a fianco di Schifani durante la presentazione; e Khalil Fattouch, direttore del dipartimento di Chirurgia cardiovascolare della clinica privata Maria Eleonora di Palermo. Nomine che, denuncia Scalzo, “sono arbitrarie” perché non avrebbero seguito i criteri normativi secondo cui almeno un componente andava sorteggiato e i nominativi avrebbero dovuto far parte dell’elenco del ruolo nominativo regionale. “Inoltre – si aggiunge – entrambi i componenti non sono neanche medici di struttura pubblica, ma svolgono la loro attività in strutture private convenzionate”.

Fin qui i motivi del ricorso. Ma basta una ricerca online per aggiungere un altro elemento di riflessione. Alessandro Giamberti, il cardiochirurgo dell’istituto San Donato con un ruolo chiave nell’operazione palermitana, svolge meritoriamente delle missioni umanitarie all’estero per visitare e operare piccoli pazienti. In particolare nel 2021 nasce una collaborazione tra l’istituto San Donato di Milano e l’Air Force Hospital del Cairo, in Egitto. Arriviamo al 2023, quando si svolgono le prime due missioni nel Paese africano: la prima a gennaio, la seconda a maggio. In entrambi i casi nel ristretto team (una dozzina di professionisti) che il professore Giamberti porta con sé c’è anche Fabrizio De Rita, il cardiochirurgo scelto per guidare la Cardiochirurgia pediatrica di Palermo dalla commissione di cui lo stesso Giamberti faceva parte.

De Rita, contattato per una replica, ha spiegato di non avere nulla da dire rispetto al ricorso, mentre sulla conoscenza pregressa col dottore Giamberti ha precisato che “il mondo dei cardiochirurghi pediatrici è abbastanza ristretto ed è normale che le persone si conoscono tra loro”.

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2 commenti

  1. Akhenaton ha detto:

    Vicenda inquietante che solleva più di una perplessità

  2. Franco Finemarolinato ha detto:

    È il solito magna-magna.

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