Centro di Cardiologia pediatrica sempre più lontano da Taormina - QdS

Centro di Cardiologia pediatrica sempre più lontano da Taormina

Massimo Mobilia

Centro di Cardiologia pediatrica sempre più lontano da Taormina

mercoledì 30 Novembre 2022

L’accordo tra Regione e il San Donato di Milano per Palermo escluderebbe un rinnovo dell’intesa con il Bambino Gesù di Roma, che negli ultimi anni ha operato nei locali dell’ospedale San Vincenzo

TAORMINA (ME) – La recente visita del ministro della Sanità del Burundi, Sylvie Nzeymana, ha riacceso i riflettori sul Centro di Cardiologia pediatrica del Mediterraneo Bambino Gesù e sulla sua permanenza a rischio in Sicilia, nell’ospedale San Vincenzo della Perla. La presenza del ministro africano è soltanto l’ultima testimonianza di una lunga storia di buona sanità, che il Ccpm rappresenta ormai in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove i medici del reparto taorminese, guidato dal guidato dal primario Sasha Agati, hanno instaurato numerose collaborazioni, ospitando medici e andando a operare in prima persona in zone disagiate del Sud America, dell’Asia e dell’Africa. Migliaia di interventi e prestazioni di successo, che hanno qualificato la Cardiochirurgia pediatrica di Taormina come sede della Congenit Heart Academy, oltre a essere pure centro di formazione a distanza con i Children’s Hospital di Toronto e Miami.

Un patrimonio sanitario reso possibile dalla collaborazione con l’ospedale Bambino Gesù di Roma, grazie a una convenzione sottoscritta dal 2010 con la Regione siciliana, che però è stata poi messa in discussione, dopo i primi sette anni di contratto – a favore di un ritorno del reparto a Palermo – oltre i quali si è proceduto per proroghe annuali, fino all’ultima dello scorso luglio. In queste settimane è arrivata infine l’ufficialità del ritorno nel capoluogo dell’Isola, con la sottoscrizione a Palazzo d’Orleans del contratto di affidamento al Policlinico San Donato di Milano, che si è aggiudicato il bando per la gestione del reparto all’Arnas Civico di Palermo. È stato uno dei primi provvedimenti sottoscritti dal nuovo governatore, Renato Schifani, che con il San Donato ha riabbracciato una vecchia conoscenza, l’ex ministro Angelino Alfano, oggi presidente del gruppo che si è aggiudicato la gara d’appalto, per un valore di circa 8 milioni di euro su base triennale.

Una cifra ben al di sopra del milione e 200 mila euro di spese annue che stanno alla base della convenzione tra la Regione siciliana e l’Istituto romano che fa capo al Vaticano, per mantenere il reparto di Taormina, e sul quale Palazzo d’Orleans aveva sempre lamentato l’insostenibilità dei costi. La riapertura di una cardiochirurgia pediatrica nel capoluogo regionale va altresì a scontrarsi con i parametri della rete ospedaliera siciliana – secondo il decreto Balduzzi – che prevede la presenza di un solo reparto di Cardiochirurgia pediatrica complessa ogni cinque milioni di abitanti. O Taormina o Palermo dunque, con l’ospedale Bambino Gesù che anche attraverso la presidente, Mariella Enoc, aveva già escluso un proprio interessamento a cambiare sede e rimarcato il concetto che una sistemazione diversa da quella di Taormina non sarebbe stata presa in considerazione.

In tutto ciò il Governo regionale ha già deciso, con la sottoscrizione dell’accordo col San Donato e lasciando nell’incertezza e nello sconforto medici, pazienti e familiari dei ricoverati al San Vincenzo di Taormina. L’unica strada possibile al momento sembra quella di un ultimo rinnovo, di sei mesi o di un anno, con il Bambino Gesù a Taormina, nell’attesa che il reparto a Palermo sia pronto e completamente operativo. La strada comunque è tracciata e a nulla sono serviti gli appelli del sindaco, Mario Bolognari, che ha parlato di “frittata” e ha espresso “sgomento” alla notizia.

“È come se si trattasse di uno scippo da parte della Regione – aveva detto il primo cittadino – fatto tra l’altro senza una seria analisi dei dati sui ricoveri, sugli interventi, sul bacino di utenza e sulle conseguenze di allontanarsi dalla Calabria e da tutto il bacino orientale del Mediterraneo”.

È stato chiesto un pronunciamento ufficiale da parte della Regione, ma nulla è ancora arrivato, al cospetto di quello che è stato premiato come “centro di eccellenza europea, e primo in Italia per l’assistenza meccanica cardiorespiratoria nei pazienti neonatali e pediatrici”.

Massimo Mobilia
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