Centro cardiologia pediatrica di Taormina, eccelenza con un futuro incerto - QdS

Centro cardiologia pediatrica di Taormina, eccelenza con un futuro incerto

Mobilia Massimo

Centro cardiologia pediatrica di Taormina, eccelenza con un futuro incerto

mercoledì 18 Maggio 2022

Nei giorni scorsi l’ennesimo riconoscimento internazionale per il Centro di Cardiologia pediatrica del Mediterraneo, che però potrebbe chiudere con la scadenza della convenzione in atto

TAORMINA (ME) – Centro di eccellenza europea, e primo in Italia, per l’assistenza meccanica cardiorespiratoria nei pazienti neonatali e pediatrici. È l’ultimo importante riconoscimento che si è guadagnato il Centro di Cardiologia pediatrica del Mediterraneo (Ccpm) che ha sede all’ospedale San Vincenzo di Taormina, un’assoluta e consolidata eccellenza nella sanità siciliana.

I medici che operano nel reparto guidato dal primario Sasha Agati, hanno ritirato il premio a Londra – nella basilica di Westmister – dove nei giorni scorsi si è svolta la decima edizione di Eurelso, l’Organizzazione europea per il supporto vitale extracorporeo, riunitasi in congresso per assegnare appunto gli Elso Award for Excellence. Questo riconoscimento è solo l’ultimo di una lunga scia di premi che, dal 2010 a oggi, sono arrivati per lo speciale reparto del nosocomio taorminese, gestito in convenzione con l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Sede della Congenit Heart Academy

Il Ccpm ha portato a termine con successo migliaia di interventi e di prestazioni ambulatoriali, alcuni dei quali di grande precisione chirurgica, che ne hanno dato risalto in tutto il mondo, e portandolo a diventare anche centro di formazione a distanza, insieme ai Children’s Hospital di Toronto e Miami. I medici del reparto taorminese hanno instaurato inoltre numerose collaborazioni con altri ospedali nel mondo, soprattutto con i Paesi in via di sviluppo, ospitando medici provenienti da El Salvador, Uruguay, Palestina, e andando a operare in prima persona in zone disagiate del Sud America e dell’Asia. Elementi che hanno portato la Cardiochirurgia pediatrica della Perla a qualificarsi come sede della Congenit Heart Academy. Anche in questi giorni, una delegazione guidata dal primario Agati si trova a Bengasi, in Libia, per la prima missione internazionale post covid, con lo scopo di dare assistenza ai piccoli pazienti africani.

Eppure rischia di chiudere

Eppure, dopo undici anni di lodevole servizio, la sede taorminese del Bambino Gesù rischia a breve di chiudere. A tenere in vita la convenzione con l’istituto che fa capo al Vaticano è la Regione siciliana, che dopo la scadenza del primo contratto nel 2017, ha riproposto annualmente la problematica di come e se rinnovare l’accordo per mantenere il Centro al San Vincenzo di Taormina. Si tratta principalmente di come gestire i costi – che si aggirano intorno a 1 milione e 200 mila euro annui – in previsione di riportare in vita la Cardiochirurgia pediatrica a Palermo. Lo scorso dicembre, la Regione aveva dato il via libera al bando per riaprire il reparto all’ospedale Di Cristina del capoluogo, che fa parte dell’Arnas Civico, dove era stato chiuso nel 2010 per lavori di ristrutturazione. Lavori che nel frattempo si sono conclusi, ma d’altro canto a Taormina si è affermata una realtà talmente importante, e conosciuta in tutto il mondo, che è impensabile perdersi a naturale scadenza del contratto il prossimo luglio.

Messa in conto la riapertura della Cardiochirurgia pediatrica a Palermo infatti, sarebbe impossibile tenere in piedi il Ccpm a Taormina in base ai parametri contenuti nel decreto Balduzzi, per la definizione delle reti ospedaliere regionali, prevedendo una sola Cardiochirurgia pediatrica su cinque milioni di abitanti. Per non perdere l’eccellenza maturatasi al San Vincenzo si stava pensando di sottoscrivere un accordo di collaborazione con la Regione Calabria, anche perché il San Vincenzo è l’unico ospedale Dea di primo livello tra le città di Messina e Catania, che continua a registrare numeri, per utenza servita e prestazioni rese, che superano di gran lunga il rapporto con i posti letto e il personale dipendente.

Sarebbe davvero un peccato in una Regione che ha sempre dovuto fronteggiare numerosi problemi di malasanità, perdere l’occasione di tenere viva la speranza non solo di tanti piccoli che hanno trovato, insieme alle loro famiglie, ristoro e cure a Taormina, ma di salvaguardare una qualità conosciuta in tutto il mondo.

Twitter: @MassimoMobilia

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