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Cercare una cosa non significa che esista

Cercare una cosa  non significa che esista

Non dobbiamo avere esitazioni nel porre alle persone giuste la sfilza dei sette perché o quella dei sei quesiti giornalistici, augurandoci di ottenere risposte valide

Che cos’è il corpo? è un insieme di sinergie, formato da particelle subatomiche che diventano atomi, i quali si mescolano con altri atomi e diventano molecole; esse ancora, insieme ad altre, formano le cellule e così via tessuti, organi, apparati. Tutti gli apparati costituiscono l’organismo, che è fatto di materia e, secondo alcuni, anche di spirito o di mente o quella che si chiama anima.
L’organismo per vivere produce in modo autonomo energia, senza la quale non potrebbe lavorare per autogestirsi o fare qualunque azione.
Nel momento in cui l’energia cessa, la macchina, cioè l’organismo, spegne il motore e avvia il processo naturale di decomposizione della materia organica per immettersi in tutta l’altra materia organica esistente.
Da essa provengono le specie umana, vegetale e animale, le quali vivono in simbiosi e consentono a tutto il Pianeta di funzionare.

Quello che scriviamo sotto il sole agostano riteniamo sia utile per una riflessione sull’esistenza.
è proprio nella diversità fra materiale e immateriale che si concretizza la vita delle persone, non importa di che colore: nero, giallo, rosso, bianco. Le persone sono persone.

Anche chi non crede al mondo immateriale, sente sensazioni di vario tipo – buone, cattive, altruiste, egoiste, nichiliste o costruttive – anche se quasi sempre non riesce a spiegarsele, con l’aggravante che comincia a pensare a questioni esoteriche, a fantasmi, a santi, agli dei e a tanti altri immaginari soggetti che sembra condizionino la loro vita.
Tutto questo è frutto di ignoranza, la quale non è una qualità negativa, bensì uno stato di fatto di ognuno di noi quando nasce. Ecco perché si ha il dovere di leggere, informarsi, ascoltare le lezioni dei Maestri per capire, capire e capire.

Questa è l’attività più difficile di ognuno di noi, in quanto per capire bisogna possedere gli strumenti; quando non si possiedono, bisogna procurarseli poiché non si può non tendere all’obiettivo essenziale della vita che è quello di capire fatti, circostanze, eventi, situazioni.
Più importante è capirne le origini e le motivazioni, cioè domandarsi perché accadono le cose.

Cercare una cosa non significa che esista. Sì, perché nella nostra immensa ignoranza, non possiamo ammettere che tutto sia alla nostra portata, cioè alla portata del nostro intelletto, soprattutto quando siamo presuntuosi.
Invece, dovremmo essere sempre umili, pensando alla nostra pochezza di fronte all’esistente, di cui conosciamo poco, ma veramente poco.

Ecco perché la ricerca di una cosa non significa che essa esista, però abbiamo il dovere di procedere nell’esplorazione di un percorso per tentare di capire se esiste o meno.
Quanto precede è sicuramente frutto di un grande sforzo mentale, che si addiziona a quello che facciamo lavorando, vivendo, mangiando, apprendendo o divertendoci.

Il concetto di sforzo si collega a quello di energia, che è il carburante della macchina che consente di farlo. Ma molti non si vogliono sforzare, né tanto né poco, perché ritengono nella loro asineria di vivere nel mondo di Bengodi, che però non è mai esistito e mai esisterà.

Vivere consapevolmente non è facile, ma bisogna avere la certezza che il periodo in cui il corpo nasce e muore non si ripeterà. Per chi crede, lo spirito proseguirà a vivere.
Essendo la vita materiale solo una, è dovere di ogni essere umano avere la consapevolezza di ciò che esiste e di ciò che accade, pur sapendo che ognuno di noi non sa e non conosce quasi nulla

Sono proprio i grandi sapienti, dai presocratici (Anassimandro, Anassimene, Gorgia ed altri) a Socrate, Platone, Aristotele e a tutti gli altri pensatori di questi due secoli e mezzo del mondo occidentale, che affermano ciò e che dovremmo conoscere. La nostra ignoranza non ci fa conoscere i grandi pensatori della civiltà cinese e giapponese, entrambe più longeve di quella mediterranea.

Ciò non toglie che dobbiamo compiere ogni giorno il massimo sforzo per capire di più, per cercare spiegazioni ovunque si trovino e da chiunque ce le possa dare. Non dobbiamo avere esitazioni nel porre alle persone giuste la sfilza dei sette perché o quella dei sei quesiti giornalistici, augurandoci di ottenere risposte valide.