Roma, 25 set. (askanews) – “La cerealicoltura della provincia di Bologna vive una fase critica: rese in calo, prezzi in caduta e costi elevati stanno mettendo in difficoltà centinaia di aziende agricole. Il rischio, sempre più concreto, è di perdere una coltura storica delle nostre pianure: il grano duro”. È l’allarme di Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna.
Sul contesto, i numeri parlano chiaro. In Italia il frumento duro nel 2024 è sceso ai minimi del decennio (circa 3,5 milioni di tonnellate), quest’anno la produzione nazionale è in leggero recupero (circa 4,37 mln t), ma i prezzi alla produzione restano deboli. A Bologna, i listini della Borsa Merci sono in calo e le rese ottenute in campagna si sono rivelate deludenti: mediamente inferiori del 20% rispetto al 2024, con una PLV in marcato calo. Anche il grano tenero è in difficoltà, a dimostrazione di come il problema non riguardi una coltura soltanto. Sulla performance dei terreni pesa ancora l’eredità delle alluvioni 2023, a cui si sono sommate condizioni di siccità nella prima parte dell’estate.
“Di fronte a margini purtroppo negativi e a un mercato debole, molti agricoltori stanno valutando colture alternative più per necessità che per vocazione dei suoli – prosegue Venturi – Da una rilevazione fatta su un campione dei nostri soci, possiamo stimare una contrazione fino al 60% per le semine future di grano duro. Il quadro si aggrava con la pressione delle importazioni e con l’incertezza legata agli effetti dell’accordo UE-Mercosur, su cui il mondo agricolo ha espresso forti perplessità in tema di reciprocità degli standard e tutela della competitività. Tutto questo rischia di compromettere anche la tenuta dell’intera filiera, mettendo in difficolta nostra sicurezza alimentare, la tracciabilità dei prodotti e il valore del Made in Italy. Difendere la cerealicoltura locale significa salvaguardare qualità, tipicità e lavoro. Chiediamo interventi rapidi e mirati, perché senza correttivi – conclude Venturi – rischiamo di compromettere un patrimonio produttivo fondamentale per il territorio”.

