La CGIL di Catania esprime grande preoccupazione per i fatti di sangue e le violenze che stanno attraversando la città in queste settimane, l’ultimo in ordine di tempo l’omicidio di sabato in Corso Sicilia dove ha perso la vita un parcheggiatore abusivo quarantenne.
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De Caudo: “Addolorati per quanto accaduto”
“Siamo addolorati per quanto accaduto in pieno centro e sotto gli occhi terrorizzati dei passanti. Scene che non vorremmo vedere e alle quali, ancora di meno, vorremmo abituarci. Non siamo davanti a un’emergenza improvvisa, ma al risultato di anni di abbandono. Catania è sempre più povera ed è bene ammetterlo senza schermarsi dietro luoghi comuni – dice il segretario generale Carmelo De Caudo- È povera di lavoro e lo dimostrano i numeri e il fatto che per tanti ancora oggi l’unica “opportunità” diventa gestire illegalmente un parcheggio. Povera di cultura e di legalità, perché i giovani crescono senza alternative, senza spazi e senza prospettive. Abbiamo perso terreno tornando inevitabilmente a vecchie dinamiche che sembravano sradicate”.
“Catania povera di strumenti sociali”
Da anni la Cgil ripete “che Catania è anche povera di strumenti sociali, perché i senzatetto aumentano e restano per strada, invisibili. Contiamo sul grande cuore delle associazioni di questa città, che fortunatamente esistono e operano senza sosta. Ma non può essere una soluzione.
Ed è una Catania povera anche nella scuola, dove dirigenti e docenti resistono nella loro missione ma dentro edifici fatiscenti, proprio nei quartieri dove servirebbe di più. In barba ai progetti che distribuiscono fondi senza però cambiare le cose alla radice.
Dire poi che “i reati sono diminuiti” non rispecchia la realtà. La realtà è che ogni notte si spara perché i clan si contendono il narcotraffico. Negare questo significa chiudere gli occhi e lasciare che le cose peggiorino. – continua De Caudo-
Una città ridotta così non è solo ingiusta per chi ci vive. È anche poco credibile per chi potrebbe portare investimenti, lavoro, sviluppo. Senza sicurezza sociale, senza coesione, nessun imprenditore sceglierà Catania.
Fa rabbia, in questo contesto, vedere la politica perdersi in litigi sterili. Servono risposte concrete, serve unità. Se non ci si muove insieme – istituzioni, forze sociali e cittadini – la responsabilità non sarà solo della criminalità, ma anche di chi sceglie l’indifferenza”.
La richiesta di un piano straordinario
La CGIL di Catania chiede dunque un piano straordinario per il lavoro, l’educazione, la legalità. Senza lavoro, senza diritti e senza dignità non c’è futuro per questa città. “Non siamo nichilisti. Al contrario: siamo fiduciosi nelle forze dell’ordine alle quali siamo grati. – conclude De Caudo- Ma anche su quel versante è giunto il tempo di potenziare uomini e mezzi. Su questo punto ci rivolgiamo al governo nazionale. Sperando che non si volti dall’altra parte come ha fatto in questi anni quando si è trattato di lavorare per il sud”.

