Lo chef e ristoratore palermitano Filippo La Mantia, titolare di Oste e Cuoco a Milano, commenta la norma introdotta nella legge di bilancio
“Abbassare al 5% l’aliquota sulle mance? Le mance per i dipendenti sono sacre e non vanno assolutamente tassate”. Lo chef e ristoratore palermitano Filippo La Mantia, titolare di ‘Oste e Cuoco’ a Milano, commenta così con l’Adnkronos la norma introdotta nella legge di bilancio che dispone, dal primo gennaio 2023, l’abbassamento al 5% dell’aliquota sulle mance dei lavoratori di ristoranti e hotel: la stessa riduzione introdotta dalla finanziaria per i premi di produttività – fino a 3 mila euro – dei lavoratori dipendenti.
“Ma la mancia che il cliente lascia al tavolo – sottolinea La Mantia – è un’altra cosa. Non è un premio di produttività dato dal datore di lavoro. È uno strumento puro che arriva dal cliente quando è soddisfatto del servizio reso. La mancia viene data dal cliente solo quando è meritata e non ci deve essere la mediazione del datore di lavoro”.
“Nei ristoranti, almeno nella mia esperienza, le mance vengono sempre divise in maniera equa nei team, una volta a settimana, perché la soddisfazione per il servizio dipendente dai camerieri ma anche da chi lavora in cucina o lava i piatti. Nel mio ristorante è così da 26 anni. E non credo che il provvedimento del governo porterà grandi cambiamenti nel settore, francamente”, conclude lo chef siciliano.