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Chef Martina Caruso, “Così creo i sapori stellati della Sicilia”

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Chef Martina Caruso, “Così creo i sapori stellati della Sicilia”

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lunedì 29 Marzo 2021

«Miglior chef donna Michelin 2019», una delle «100 donne di successo del 2020» dalla rivista Forbes, «Best Chefs in the World 2021» e ora creatrice del «Cornetto Caruso».

Continuano gli importanti riconoscimenti per Martina Caruso,
la giovane chef stellata siciliana dell’Hotel Signum di Salina.

Classe 1989, dopo aver vinto il premio come «Miglior chef donna Michelin 2019», dopo essere stata indicata come una delle «100 donne di successo del 2020» dalla rivista Forbes Italia, edizione italiana del business magazine più famoso al mondo, con classifiche, segreti dei leader di oggi e di domani, strategie per il successo e consigli di stile, che ogni anno stila una lista di 100 donne di successo, un ulteriore e importante riconoscimento le viene attribuito, quello di «Best Chefs in the World 2021».

Il suo nome compare nel libro Today’s Special attraverso la classifica stilata da Phaidon Editori in collaborazione con San Pellegrino. Nella pubblicazione venti chef stellati di portata internazionale hanno scelto tra i cento chef provenienti da tutto il mondo i nomi di cinque chef da seguire nei prossimi anni.

Martina e il padre Michele

Il premio vinto nel 2019 le ha permesso di entrare a far
parte dell’Atelier des Grandes Dames,
un circolo di sedici chef che ha il compito di incontrarsi, fare rete e creare
nuove collaborazioni per discutere sul tema della femminilità in cucina. Non
ultimo ha interpretato, per la limited edition 2021 di Algida, un
cornetto al cannolo: una cialda con cannella, ripiena di gelato alla panna, con
ricotta, con un cuore di salsa all’arancia e granella di pistacchio. In poche
parole un’esplosione di sapori e colori siciliani.

L’abbiamo raggiunta telefonicamente e le abbiamo chiesto di
raccontarsi.

Quando nasce la sua
passione per il cibo?

“Nasce all’età di 14-15 anni. Volevo fare la scuola
alberghiera e lì ho avuto il primo approccio formale con la cucina. Sin da
bambina, però, trascorrevo molto tempo nella cucina del Signum assieme a mio padre, Michele. In quel periodo non mettevo «le mani in pasta»,
ma osservavo lui e il suo lavoro e questo mi ha trasmesso una passione di
famiglia. Al di là degli studi che nel tempo hanno caratterizzato il mio
percorso, c’è una tradizione di famiglia che è iniziata da mia nonna che è
stata tramandata a mio padre e infine a me”.

Quali sono le
caratteristiche della sua cucina?

“La mia è una cucina di terra e di mare, una cucina di
tradizione che utilizza ingredienti locali, quindi siciliani, con i piedi ben
saldi nel mio territorio. A questo si accompagna una visione di contaminazione,
come è successo nei secoli alla cucina siciliana. Non mi interessa, però,
importare ingredienti da altri paesi perché preferisco utilizzare le ricchezze
del territorio utilizzando anche tecniche utilizzate in altri paesi. Si tratta
di una cucina fresca e leggera, semplice e al tempo stesso ricercata che
utilizza vegetali e pescato locale”.

Come nascono i suoi nuovi
piatti?

“A volte basta una passeggiata per le strade di Salina in
cui si respirano i profumi della primavera, osservando i colori, immaginando
quella borraggine che c’è sulla strada e il blù del mare, che mi ispirano gli
accompagnamenti con i piatti di pesce. Altre volte succede parlando con il mio
compagno o nella cucina stessa del Signum. La genesi dei miei piatti si basa su
emozioni che vivo personalmente”.

Una delle novità di
quest’anno è il “Cornetto Caruso
. Ce ne vuole parlare?

“Questa collaborazione con l’Algida nasce all’interno del
loro progetto «limited edition», giunto alla terza edizione, che coinvolge
il Cornetto e la creatività degli chef stellati. Sono molto contenta e onorata
di aver partecipato quest’anno. La mia terra è sempre ben piantata sotto i miei
piedi. Amo il mio territorio e proprio da questa mia passione è nato un gelato
italiano, anzi siciliano: un viaggio nel gusto con gelato alla panna con
ricotta e con un cuore di salsa all’arancia e granella di pistacchio. Poi,
tradizione che mi arriva da mia nonna, una cialda con cannella”.

La
vostra è una delle categorie più colpite dall’attuale pandemia. Un suo bilancio
di questo lungo anno?

“La stagione, dalla riapertura estiva
dello scorso anno, è andata molto bene. La nostra è una stagione che inizia a
Pasqua e prosegue fino al mese di novembre. Lo scorso anno abbiamo perso
diversi mesi ma, nel complesso, ci possiamo ritenere soddisfatti. Ora siamo di
nuovo in stand-by e aspettiamo che i tempi siano maturi per poter ricominciare
a fare il nostro lavoro”.

Novità
per quest’anno?

“Lo scorso anno non siamo riusciti a
proporre vere novità, vista l’instabilità del periodo. Quest’anno invece «qualcosa bolle in pentola». Le novità
principali saranno sia una lavorazione particolare dei vegetali, proporremo
anche un aperitivo ai vegetali, sia le conserve, anche quelle realizzate nel
rispetto della tradizione. Abbiamo un nostro orto, che è curato da mio padre
Michele, nel quale produciamo direttamente pomodori, melanzane, zucchine, cetrioli
e peperoni. Produciamo anche frutta e utilizziamo pesce locale. Per gli altri
ingredienti, quelli che non è possibile produrre a Salina, cerchiamo di
utilizzare quelli provenienti dall’isola maggiore, la Sicilia andando a cercare
però prodotti e produzioni interessanti per la nostra tipologia di cucina”.

Arrivederci, quindi a Salina, quella piccola isola dell’arcipelago delle Eolie che fu set dell’indimenticabile film «Il postino», l’ultimo interpretato da Massimo Troisi. Passeggiando per l’isola, attraverso l’architettura eoliana, assaporeremo ricordi e emozioni e, soprattutto, buon cibo.

Roberto Greco

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