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“Chi non risica non rosica!”

Il vecchio detto popolare “Chi non risica non rosica” ha un significato molto preciso: interpretare la vita per quella che è, sapendo che si corrono rischi di ogni genere in qualunque cosa si faccia, anche prendendo decisioni che possono essere, di volta in volta, giuste o sbagliate.
Folle è colui che pensa di condurre una vita senza rischi, folle è colui che ritiene di potere vivere tranquillamente, dimenticando che dopo la morte avrà una tranquillità eterna.
Nella vicenda del Coronavirus dobbiamo rilevare che le decisioni drastiche e quasi terroristiche di questo Governo sono state prese perché esso non vuol correre alcun rischio di sorta.
Una delle ragioni è che, essendo la compagine governativa molto debole, preferisce adottare un comportamento fortemente prudenziale, vietando tutto ed anche di più per evitare contraccolpi di tipo elettorale.
La considerazione che precede deriva dal paragonare gli atti del governo italiano con quelli del governo tedesco.

In Germania è arrivato il virus dalla Cina e dal quel Paese in Italia. I casi sono circa la metà di quelli italiani, ma probabilmente ne emergerebbero molti di più se in quel Paese avessero fatto gli screening a tappeto come si è fatto in Italia.
Da noi c’è il coprifuoco dalle ore 18 con la chiusura di tutti gli esercizi pubblici (ci ricorda il 1973). In Germania fino a martedì sera le partite si sono giocate a porte aperte con tutti gli spettatori. O sono folli i governanti tedeschi oppure i governanti italiani.
Si dice che “La prudenza non è mai troppa”, ma per contro, “Di prudenza si può morire”. I pavidi sono eccessivamente prudenti, quelli che pensano che il loro comportamento gli eviti qualunque rischio. Poi chi la pensa così, passa sotto un cornicione da cui cade un vaso che lo uccide.
Il danno, che stanno provocando al Paese con questi provvedimenti drastici e squilibrati, è enorme. Hanno bloccato la macchina economica che, per essere rimessa in moto, abbisognerà di mesi e forse di anni. La stagione pasquale si può considerare depennata e se il Governo non fa un’iniezione di fiducia adeguata, si fotterà la stagione estiva creando decine di migliaia di disoccupati e facendo danni alle famiglie molto maggiori del Coronavirus.
Perché analizziamo l’evento nella rubrica Etica&Valori? La risposta è semplice: perché tutti i comportamenti dei responsabili delle istituzioni, soprattutto di quelli ai massimi livelli, devono essere basati sui valori, in modo da trarre comportamenti equilibrati e di buonsenso e non dettati dalla paura che prende i vigliacchi.
La situazione italiana è drammatica, non per il Covid-19, bensì per la recessione che travolgerà migliaia di imprese, creerà disoccupazione e con essa l’arretramento dell’economia.
In questo quadro, assistiamo con meraviglia al silenzio dei politici di opposizione e di quegli organismi intermedi quali sindacati, associazioni imprenditoriali, ordini professionali, associazioni di servizio ed altri, tutti zitti che accettano supinamente i provvedimenti in vigore che hanno gettato nel panico l’intera Nazione.
Il rispetto dei valori deve comportare un giusto equilibrio fra rischio e paura di eventi negativi, mentre in questo caso vi è stato uno sbilanciamento sugli eventi negativi perché il Governo non ha voluto assumere rischi.

Ognuno di noi ha il dovere di procacciarsi il cibo ogni giorno, vale a dire quelle sostanze necessarie a sé e alla propria famiglia che gli consentano di essere una persona libera. Ma quando si estende il coprifuoco si priva la gente di esercitare questo diritto-dovere.
Anche la comunicazione deve essere basata sui valori di ragionevolezza e proporzionalità e invece tutti i comunicatori, in primis i giornalisti, continuano a gettare benzina sul fuoco anziché usare l’estintore.
Si dirà che vi è un’ignoranza generale fra i cittadini, per cui per indurli a un comportamento ragionevole è necessario impaurirli. Non c’è bisogno, perché già tutti sono impauriti da sé: una dose soverchia di paura li ha gettati nel panico.
Anche questo è un modo improprio di acquisire consenso, non su comportamenti lineari e trasparenti, bensì subdoli che denotano una debolezza degli attuali responsabili politici come mai negli ultimi settant’ anni.