Il rischio è l’eventualità di subire un danno, connessa a circostanze più o meno prevedibili.
Ma vi è anche il rischio imprevedibile che va messo nel conto quando si progetta qualcosa e si vuole affrontare un itinerario di varia natura sia nel campo economico che in quello ecologico, nonché nel campo dello svago e del divertimento.
Ma vi è tanta gente timorosa che vorrebbe non correre mai rischi di alcun genere. Non tiene conto che questa è una circostanza impossibile perché i guai possono capitare quando meno si aspettano e l’estremo guaio, cioè la morte, può arrivare per circostanze totalmente imprevedibili, per esempio la caduta della cabinovia del Mottarone di Stresa o il crollo del ponte Morandi di Genova.
Per quanto riguarda la fine di ognuno di noi, abbiamo il convincimento sommesso, non condiviso da molti, che il momento del decesso sia predeterminato, anche se noi, che non lo sappiamo, dobbiamo avere la capacità di prevenire ogni rischio secondo la regola delle tre P: Prevenire, Prevedere, Provvedere.
“Chi non risica non rosica”.
Che vuol dire questo detto? Che il rischio è insito in ogni azione che noi facciamo. Di questo dobbiamo esserne consapevoli, per cui lo dobbiamo accettare, pur misurandolo e prendendo tutte le precauzioni del caso, nonché preparare piani alternativi quando un evento negativo si dovesse verificare, previsto o non previsto.
Bisogna ricordarsi che il futuro è sempre precario ed incerto. Solo alcuni personaggi che prendono in giro il prossimo ritengono di leggere nella palla di vetro o di poter predire gli eventi che si verificano nel futuro.
Molta gente ha previsto per una certa data la fine del mondo, altri hanno previsto cataclismi di ogni genere e addirittura vi fu un grande regista, Orson Welles (1915-1985) che nel 1938 fece un scherzo eccezionale all’America. Realizzò una trasmissione radiofonica terrificante, una sorta di radiocronaca dell’invasione di soggetti verdi, cioè quelli che si chiamavano marziani. Solo dopo qualche ora di terrore della popolazione, la burla fu scoperta anche perché dichiarata.
Qualcuno afferma che bisogna avere sicurezza e tranquillità per non correre rischi. Sbagliato. Il contrario del rischio non è per niente la sicurezza, ma è un rischio diverso. Per esempio, qualcuno dice che il fumatore dovrebbe togliersi il vizio, ma pochi invece si riferiscono all’altro rischio che è quello del fumo passivo.
È chiaro che gli eventi futuri si debbono misurare con il numero delle probabilità, per cui sempre di più bisogna allenarsi e aggiornarsi sui calcoli che fanno gli esperti.
Ognuno di noi non è in condizioni tecniche di valutare rischi se non in modo grossolano. Però abbiamo a disposizione studi, ricerche, statistiche effettuate in maniera rigorosa e professionale che possono darci l’idea di ciò che potrebbe accadere.
In questo scenario vi è un elemento importante a cui molti non fanno riferimento e cioè il buonsenso, non solo, ma anche il senso immateriale oltre ai cinque che abbiamo: il sesto senso. Questo è percepito dal nostro naso, che spesso dovremmo ascoltare.
Nel guardare avanti noi dovremmo essere ottimisti e sperare che ci accada il meglio, anche se, parimenti, dobbiamo essere pronti ad aspettarci il peggio, per cui con prudenza e rigore dobbiamo stare attenti a non ascoltare chi urla tanto perché di solito ha ben poco da dire.
Chi esprime concetti, lo fa di solito in modo pacato e a bassa voce perché non è alzandone il tono che ci facciamo ragione. E poi, nei rischi che affrontiamo ogni giorno, connessi a problemi e difficoltà, dovremmo avere la consapevolezza che proprio questi ultimi devono essere trasformati in opportunità di crescita, secondo il principio che quando ci troviamo nelle condizioni in cui non vorremmo trovarci, dentro di noi ci deve essere la molla per dare il colpo di reni per rialzarci, se siamo caduti o se siamo in ginocchio, e rimetterci sulla strada che produce risultati positivi.
Ecco perché è necessario mantenere sempre la calma del proprio sistema nervoso, affrontare i problemi uno ad uno, senza ingolfarsi, ed essere pronti a sopportare i rischi, sapendo però che si possono superare.

