Sviluppare il pensiero critico
Non sembri strano il titolo di questo editoriale perché vi è uno stretto collegamento fra le azioni compiute e le relative conseguenze.
In fondo, quanto precede ricorda la legge di Newton: “A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. Il che significa che nulla accade per caso, ma che tutto ciò che avviene in questo nostro mondo è sempre bilanciato fra dare e avere.
Dunque, quando certi esseri umani si comportano male, la loro semina di vento raccoglierà tempesta, nel senso che pioverà su di loro qualcosa di negativo.
Il cambiamento climatico è l’esempio lampante di quanto scriviamo, perché le generazioni passate hanno inquinato la Terra oltre ogni limite e oggi ne subiamo le conseguenze. Lo stesso discorso vale per l’economia: quando cattivi responsabili delle istituzioni allargano i cordoni della borsa, distribuendo prebende a destra e a manca, impoveriscono la popolazione.
Non sembrino questi argomenti avulsi dalla realtà di tutti i giorni, perché basta allargare lo sguardo al nostro Paese, all’Europa, all’Occidente e all’Oriente per capire come questo bilanciamento funzioni sempre a prescindere dalle intenzioni delle persone.
Per venire alle questioni nostre, dobbiamo sottolineare come le parti politiche che si contrastano – denominate ormai impropriamente destra, centro e sinistra – abbiano perso di vista la realtà, che, in fondo e più semplicemente, è quella che dovrebbe governare le famiglie. La comunità nazionale che ingloba tutte le comunità comunali e regionali dovrebbe funzionare con il buonsenso della famiglia.
Ma così non è, per cui vediamo che nella gestione pubblica vi sono figli e figliastri, privilegiati e derelitti, gente che guadagna onestamente e altra che percepisce compensi in modo disonesto, senza pagare le imposte.
Bisogna tentare di minimizzare questi squilibri e lavorare per un efficientamento dell’organizzazione e un miglioramento dell’osservanza dei principi etici che dovrebbero governare qualunque Comunità. Valutare la realtà per ciò che rappresenta è un dovere di ogni componente della stessa. Ma questo principio non sembra venga osservato.
“Chi semina vento, raccoglie tempesta”. I malvagi pensano che con un comportamento disonesto, prevaricatore e cattivo possano ottenere vantaggi, sfruttando l’altra parte della Collettività che è debole e non riesce a reagire nel modo sufficiente.
Ecco perché negli ultimi secoli è emersa la voglia di Democrazia, cioè di un governo del Popolo, che però dovrebbe essere consapevole, cosciente e possibilmente colto.
La cultura viene sostenuta e aiutata dall’informazione. Quando quest’ultima è scadente si forma incultura perché basata su false informazioni e il funzionamento mentale dei componenti della Collettività si abbassa sempre di più e si degrada fino a livelli non conformi all’umanità.
Dall’esame che precede non possiamo escludere la nostra classe politica, a qualunque area appartenga. Vediamo volti abituali di parlamentari che compaiono in televisione. Sembrano robot e non persone pensanti e autonome; ripetono a pappagallo slogan che l’intelligenza artificiale saprebbe costruire molto meglio.
Perché vi sono questi parlamentari robot o altri esponenti di partito che devono condensare in un minuto svariati concetti? Perché dai sondaggi risulta che una parte dei/delle cittadini/e mangia e beve tutto quello che viene comunicato loro e, quindi, vota di conseguenza.
Il guaio è che cittadine e cittadini che si formano questa opinione non l’hanno modulata con la propria testa, bensì con quella degli altri. Così a loro volta diventano robot che vanno a votare in base agli impulsi ricevuti e non in base a una propria autonoma riflessione e un proprio autonomo convincimento.
Questa è una delle cause dell’enorme assenteismo alle urne, che nelle ultime elezioni della Liguria ha addirittura raggiunto il coefficiente del cinquantacinque per cento.
La parte della Comunità colta ha quindi il dovere di tentare di fare aumentare il tasso di conoscenza per aiutare tutti/e a, ripetiamo, pensare con la propria testa e non con la testa degli altri.