Chiara Cocchiara e quel sogno nel cassetto chiamato “Spazio” - QdS

Chiara Cocchiara e quel sogno nel cassetto chiamato “Spazio”

Chiara Cocchiara e quel sogno nel cassetto chiamato “Spazio”

Biagio Tinghino  |
sabato 05 Novembre 2022

L’ingegnere aerospaziale gelese premiata con il Promise Award 2022

Diventare ingegnere aerospaziale non è proprio il sogno nel cassetto di ogni bambina, in questo caso lo è stato per Chiara Cocchiara, ingegnere aerospaziale siciliana, gelese, una delle giovani Leader dello Spazio. Nella Silicon Valley in California, ha ottenuto il Promise Award 2022. È stata l’unica italiana ed europea sul podio dei tre giovani leader che guideranno il settore nel futuro. Per conoscerla meglio, l’abbiamo intervistata in esclusiva per il Quotidiano di Sicilia.

Dott.ssa Cocchiara, lei ha vinto il Promise Award 2022 durante la Settimana mondiale dello Spazio, qual è il percorso che l’ha portata ad ottenere questo prestigioso riconoscimento?
“Il Promise Award premia la carriera nel settore Spaziale, e in particolare quei giovani professionisti (sotto i 35 anni) che si distinguono nel loro lavoro. Ogni anno la Space Satellite Professional International (SSPI) seleziona 20 giovani a livello mondiale, e fra questi, i tre che hanno avuto i meriti più alti sono premiati con il Promise Award. La carriera che viene premiata non è quella per così dire standard, ma è l’insieme di tutte le attività curriculari ed extra-curriculari nel corso degli anni. Il percorso che mi ha portata ad ottenere questo riconoscimento include la mia esperienza lavorativa presso l’agenzia spaziale per cui lavoro, la mia simulazione come astronauta su Marte, le mie attività di sviluppo di nuovi progetti che usano l’infrastruttura spaziale per portare un beneficio sulla Terra e ultimo ma non ultimo il mio lavoro di volontariato nel settore dell’educazione, cui tengo particolarmente. è stato per me un grandissimo onore ricevere il Promise Award. Ci tengo a congratularmi con gli altri colleghi e anche con il Mentore dell’anno: i giovani di oggi sono pieni di idee, di volontà e di voglia di lavorare, ed è importante avere dei mentori che ci guidano e supportano”.

Com’è nata la passione per lo spazio e quando ha capito che l’ingegneria aerospaziale sarebbe diventata il suo futuro?

“La passione per lo spazio è nata da quando ero piccolissima, e quando ho deciso di entrare nel settore spaziale, il settore aveva ancora una connotazione tradizionale, dove il pubblico era predominante e veniva lasciato poco spazio al settore privato. L’ingegneria aerospaziale è diventata il mio futuro, ma con grande sorpresa mi sono ritrovata in un mondo che è molto più di quello che immaginavo. Al giorno d’oggi si parla di Space Economy, si parla di cooperazioni a livello mondiale, si parla di satelliti che catturano immagini e dati che ci aiutano a studiare il cambiamento climatico, si parla di razzi commerciai e di turismo spaziale”.

Lei ha parlato di Space Economy: perché è così importante e come ha trasformato il settore spaziale?
“La Space Economy include tutte quelle attività e utilizzo di risorse che portano un beneficio sulla Terra tramite l’utilizzo di infrastruttura spaziale. Molti settori quali l’agricoltura, l’energia, l’infrastruttura ecc, utilizzano sistemi satellitari per migliorare il servizio sulla Terra. Non solo, ma anche la trasformazione degli attori operanti in questo ecosistema a livello globale: il settore pubblico ha iniziato a collaborare con il privato, dalle grandi aziende alle StartUps, alle università, tutti possono lavorare e contribuire al settore spaziale. Ultimo ma non ultimo l’impatto economico: alcuni studi come quelli della Bryce Tech affermano che l’impatto globale della Space Economy nel 2021 sia stato di 386 miliardi di Dollari, e che la Space Economy sia la prossima industria da un trilione di dollari. Chiaramente l’impatto economico dimostra l’importanza di questo settore a livello mondiale. Allo Spazio si può anche associare il concetto di economia circolare, c’è moltissimo che viene sviluppato nel settore spaziale e che poi viene utilizzato sulla Terra”.

Come utilizziamo le tecnologie dello spazio sulla Terra?
“Ci sono tantissimi esempi che possiamo riportare riguardo tecnologie spaziali riutilizzate successivamente sulla Terra. Fra tutte, ve ne sono alcune che utilizzano i principi di una missione su Marte per migliorare l’efficienza in ospedali, macchine con guida automatica, o robot che esplorano terreni pericolosi per l’uomo. Le missioni su Marte richiedono lo sviluppo di sistemi di automazione avanzati, utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale e reti neurali artificiali che permettono ad un sistema di ‘pensare come un umano’ e prendere delle decisioni. Questi sistemi sono normalmente basati su algoritmi di Machine Learning, che allenano il sistema, il quale ricevendo imput esterni è poi in grado di valutare autonomamente la situazione e prendere una decisione”.

Il mondo dell’ingegneria aerospaziale è un mondo fatto di pari opportunità o anche qui le donne soffrono di stereotipi?
“Purtroppo anche nell’ingegneria aerospaziale il numero di donne rispetto agli uomini è ancora molto basso, tuttavia nell’ultimo decennio ne ho potuto constatare un aumento. L’educazione e le politiche di supporto alle donne stanno funzionando, e credo che i maggiori risultati li riusciremo a vedere nel prossimo decennio, mi sento fiduciosa”.

Come pensa si possa contribuire allo sviluppo della Sicilia tramite l’utilizzo di infrastrutture Spaziali?
“La parola chiave è l’Educazione. Quando si parla di Space Economy si parla di un campo che include specialisti in ingegneria, in agraria, in archiettura, in Scienze Politiche. Viviamo in un mondo in continuo cambiamento, dove l’innovazione la fa da padrone. Dunque bisogna insegnare a tutti, fin da bambini, come utilizzare lo spazio, e applicare le tecnologie in supporto dei piu’ svariati settori. Da un paio di anni lavoro con la Space Economy Academy, un’accademia premiata come migliore istutizione educativa nel settore spaziale, proprio per i suoi metodi e materie di insegnamento. Stiamo iniziando a collaborare anche con alcune scuole Siciliane, dove gli studenti seguono un laboratorio di Space Economy e poi si sfidano in squadre nella creazione di progetti che hanno l’obiettivo di risolvere o migliorare il territorio usando dati satellitari. Come abbiamo visto in altre scuole in Europa, spesso i progetti vengono poi presentati ai governi locali che utilizzano e finanziano le idee per investire sul territorio. L’obiettivo è proprio quello di sviluppare nuove idee innovative che possano portare uno sviluppo in Sicilia”.

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