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Chiara Runfolo insignita dell’onorificenza di Alfiere della Repubblica: “Una grande emozione”

Chiara Runfolo insignita dell’onorificenza di Alfiere della Repubblica: “Una grande emozione”
chiara runfolo mattarella

Runfolo è l’unica siciliana su ventinove giovani ad aver ricevuto l’attestato d’onore di Alfiere della Repubblica: l’intervista

Il 15 maggio scorso, Chiara Runfolo è stata insignita dell’onorificenza di Alfiere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella. Diciassettenne, originaria di Palermo, Runfolo è l’unica siciliana su ventinove giovani ad aver ricevuto l’attestato d’onore di Alfiere della Repubblica per essersi distinta nel 2024 per “la tenacia con la quale si fa interprete, nel suo quartiere, di istanze sociali e per l’impegno a fianco dei bambini che segue dopo la scuola”, come si legge in motivazione.

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Chiara Runfolo Alfiere della Repubblica: “Non cambierei nulla del mio quartiere”

Chiara Runfolo, infatti, dalla fine delle scuole medie fino ad oggi che ha 17 anni svolge attività di volontariato nell’Associazione San Giovanni Apostolo, centro aggregativo punto di riferimento per i quartieri della zona e le relative famiglie al Cep di Palermo, il suo quartiere.

A distanza di giorni, Chiara Runfolo ha parlato ai microfoni del QdS.it, che è tornata alla sua quotidianità. “Sto bene, grazie” ci dice nelle prime battute della conversazione mentre è proprio all’Associazione San Giovanni Apostolo durante il consueto pomeriggio di volontariato tra doposcuola e giochi con i bambini. Parla con coscienza e determinazione, soprattutto con la serenità di chi sa di far del bene alla comunità in cui vive e si racconta tra emozioni vissute e futuro da costruire.

Sei tornata alla tua quotidianità, ma il 15 maggio 2025 sarà una data che non dimenticherai mai. Ci racconti le emozioni poco prima della nomina ad Alfiere della Repubblica?

Siamo arrivati di mattina presto a Roma. Mi sono cambiata e sistemata in aeroporto prima della cerimonia. Prima di andare al Quirinale, abbiamo visitato la città. Solitamente sono una persona molto ansiosa, invece stranamente ero abbastanza tranquilla. Forse non avevo ancora realizzato. Più che altro ero emozionata di trovarmi in un luogo che avevo visto sempre in tv. Fa un certo effetto.

Il Presidente della Repubblica si è sempre mostrato vicino ai giovani. Ha sempre espresso parole di affetto e di coraggio. Quale ricordo hai dell’incontro con lui?

Mi è piaciuto tantissimo il discorso che ha pronunciato perchè ha sostenuto che non eravamo lì per caso o per fortuna ma per cosa facevamo. E’ stato bello anche quando ci ha salutati all’inizio, stringendo la mano ad ognuno.  

Nella motivazione a corredo dell’onorificenza, si fa riferimento alla “tenacia”. Ti sei riconosciuta in questa descrizione?

Assolutamente sì! Mi rivedo nella descrizione a corredo del riconoscimento datomi anche perchè è il riassunto della presentazione della candidatura.

Quando hai saputo che avresti ricevuto questo riconoscimento?

La rappresentante della mia Associazione (nda. Antonietta Fazio) aveva mandato la mia candidatura senza dirmi nulla. Ho saputo di questo riconoscimento nello stesso momento di tutti gli altri.

Perchè lei ha scelto te e non qualcun altro dell’associazione?

Rappresento il grande lavoro e la grande famiglia che c’è dietro all’Associazione. Ha scelto me perchè sono una tra le poche giovani minorenni che fa volontariato in associazione e mi ha reputata adatta per la candidatura.

Sei Alfiere della Repubblica: avresti mai immaginato potesse accadere e, soprattutto, cosa significa per te aver ricevuto questa onorificenza?

A dir la verità, inizialmente non conoscevo bene questo onore. Quando mi è stato detto, sono rimasta perplessa perchè non sapevo cosa comportasse. Sono molto contenta perchè non me lo aspettavo. Sono una ragazza di un quartiere periferico, non molto facile, e non mi aspettavo potessi essere considerata per avere questo onore.

Facciamo un passo indietro: quando decidi di fare volontariato presso l’Associazione San Giovanni Apostolo e perchè?

Conosco l’Associazione da quando ero nel grembo di mia madre perchè lei è stata una delle prime donne a partecipare al centro aggregativo. Sin da piccola ho frequentato l’associazione facendo attività e giocando. Anche le mie sorelle hanno fatto attività di volontariato. Nel periodo delle medie mi sono distaccata. Non partecipavo più alle attività ed era raro passassi in Associazione. In occasione degli esami di terza media, sono tornata in Associazione per avere un aiuto e ho ricominciato a frequentarla. Confrontandomi con altri ragazzi volontari e in particolare con una mia amica, mi hanno proposto di rimanere come volontaria. Ho colto l’occasione e sono rimasta.

Hai detto che vivi in un “quartiere non facile”. Cosa avrebbe bisogno il tuo quartiere per essere meno difficile?

Più coraggio a parlare e a farsi presente. Dico sempre che non cambierei nulla del mio quartiere, solo la mentalità degli abitanti perchè spesso per paura tendono a non denunciare e ad essere indifferenti. 

Ad oggi si parla tanto dei giovani e del loro futuro. Secondo te i giovani vengono raccontati male? Di cosa avrebbero bisogno?

Non credo che i giovani vengano raccontati male. Oramai si tende a generalizzare. Una cosa fondamentale e importante per i giovani è avere un Centro aggregativo come l’Associazione di San Giovanni Apostolo in questi quartieri definiti difficili. In realtà, sarebbe meglio in tutti i quartieri perchè i centri aggregativi sono la base per una buona formazione dei futuri giovani.

Facendo volontariato, hai capito cosa vuoi fare da grande?

Di preciso non so bene cosa fare. Ho una certezza: mi piacerebbe lavorare con i bambini.