Chiuse le indagini su Scieri, il parà fu ucciso - QdS

Chiuse le indagini su Scieri, il parà fu ucciso

redazione web

Chiuse le indagini su Scieri, il parà fu ucciso

lunedì 15 Giugno 2020

Cinque avvisi di chiusura dell'inchiesta, a vent'anni dalla morte del giovane siracusano, che riguardano tre ex caporali presunti responsabili dell'omicidio e anche due ufficiali della Folgore, accusati di favoreggiamento

Tre ex caporali accusati di omicidio volontario in concorso e due ex ufficiali della Folgore indagati per favoreggiamento perché si sarebbero attivati per depistare e insabbiare le indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il parà siracusano morto a 26 anni il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa.

Ventuno anni dopo sono queste, in sintesi, le conclusioni dell’indagine condotta dalla procura di Pisa e riaperta due anni fa su impulso della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Scieri. Una morte per la quale procede anche la magistratura militare: il 17 luglio ci sarà l’udienza preliminare per i tre ex caporali.

La ricostruzione finale della procura ordinaria, anche frutto dell’esito di una consulenza affidata all’anatomopatologa Cristina Cattaneo, è che Scieri sia morto subito dopo essere precipitato da un’altezza di circa 10 metri dalla scala esterna di una torretta di asciugatura dei paracadute, dopo avere tentato una fuga disperata dai ‘nonni’ che lo avevano appena violentemente percosso.

In particolare, l’ex caporale, Alessandro Panella, anche arrestato due anni fa, lo raggiunse mentre il giovane tentava di arrampicarsi sull’inferriata di protezione esterna dopo essere stato precedentemente svestito e picchiato. Con Panella ci sarebbero stati anche i sottufficiali Luigi Zabara e Andrea Antico, l’unico sempre in servizio nell’Esercito. Per l’accusa quando Panella fu sulla scaletta continuò a picchiare Scieri calpestandogli le mani e ne provocò la caduta mortale.

Per il procuratore capo di Pisa Alessandro Crini e per il pm Sisto Restuccia fu “un omicidio volontario con l’aggravante dei motivi futili e abbietti”.

Gli inquirenti inoltre ritengono che “la catena di comando dell’epoca” adottò comportamenti omissivi che hanno impedito di fare luce sul delitto: “Il generale Enrico Celentano, allora comandante della Folgore – ha osservato Crini – non ha mai spiegato la circostanza di una telefonata giunta nel cuore della notte dell’omicidio alla sua abitazione di Livorno e partita dal suo cellulare di servizio con certezza collocato dai periti a Pisa. Mentre agli atti risulta anche il tabulato dell’interno 209, riconducibile all’aiutante maggiore della caserma, dal quale parte una chiamata diretta all’abitazione della famiglia Panella un’ora dopo il ritrovamento del cadavere di Scieri avvenuto il 16 agosto. Quel colloquio telefonico durò quattro minuti e riteniamo che corrobori le nostre tesi investigative circa le condotte omissive del comando di allora della Gamerra a differenza della piena collaborazione che abbiamo invece ricevuto dal comando attuale”.

Per questo anche l’allora aiutante maggiore della Gamerra, ufficiale oggi in congedo, Salvatore Ramondia, 73 anni, è stato indagato per favoreggiamento.

“Finalmente posso dire a mio figlio che stiamo facendo giustizia sulla sua morte” le parole della mamma di Scieri, Isabella Guarino.

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