Chiuse le urne, Roma pensi a Catania, il Comune ha ossigeno fino al 20 giugno - QdS

Chiuse le urne, Roma pensi a Catania, il Comune ha ossigeno fino al 20 giugno

Desiree Miranda

Chiuse le urne, Roma pensi a Catania, il Comune ha ossigeno fino al 20 giugno

mercoledì 29 Maggio 2019

Il sindaco: “Modificare le norme sul dissesto che accentuano le diseguaglianze”

CATANIA – Entro il prossimo primo luglio il Comune potrebbe non riuscire più a fare alcun impegno di spesa. “La situazione è pesante perché agiamo senza bilancio e diventerà drammatica se entro il 20 giugno il Parlamento non modificherà le norme sul dissesto che attualmente accentuano le diseguaglianze, garantiscono le banche e penalizzano le imprese, le cooperative, i piccoli fornitori, i lavoratori e i professionisti della città. Abbiamo proposto modifiche normative che consentano di ribaltare questo schema, perché il risanamento si deve realizzare nel rispetto dell’equità sociale”. Dice così il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, al nostro giornale, a proposito della situazione economica della città.

A distanza di una settimana dall’ultimo accorato appello del primo cittadino etneo ai rappresentanti del’esecutivo nazionale, nulla è cambiato e la situazione si fa sempre più grave. “Al Governo non abbiamo chiesto trasferimento di risorse ma di inserire, insieme al ‘Salva-Roma’, nella conversione del Decreto Crescita in discussione in questi giorni al Parlamento, alcune norme indispensabili”, aggiunge Pogliese.

Quattro le richieste elencate: “Il limite massimo di anticipazione di tesoreria a cinque dodicesimi, deve rimanere per tutto il periodo del dissesto; una moratoria del pagamento di tutti i mutui sia per la quota capitale che per la quota interessi per tutta la durata del default; una rinegoziazione dei mutui pregressi con il Mef, portando i tassi d’interesse ai prezzi attuali di mercato; la ‘Tari in bolletta’, nonché nuove entrate, anch’esse certe, come fatto per Roma”.
“Se tutto questo non accadrà immediatamente, – spiega ancora il sindaco – il prossimo 30 giugno dovremo pagare le rate di mutuo per una ventina di milioni di euro, con la conseguenza di bloccare il Comune che a quel punto non potrà più fare impegni di spesa”.

La situazione è difficile e di non facile soluzione. Come annunciato più volte il rischio è quello di bloccare ogni pagamento da parte del Comune, dipendenti compresi, per circa sei mesi. L’assenza di soldi in cassa fa sì che anche la burocrazia sia bloccata perché non si riesce ad approvare il “bilancio stabilmente riequilibrato”.

“Un’oggettiva condizione di stallo che va immediatamente rimossa con indefettibili interventi di sostegno alla settima città capoluogo di area metropolitana d’Italia, che sta pagando un pesantissimo tributo al passato; anche per evitare il concreto rischio, purtroppo ormai vicino, che questo disagio si trasformi in una drammatica questione di sicurezza sociale”, scrive Pogliese nella sua lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte.

Anche i sindacati sono scesi in piazza a manifestare “per chiedere allo Stato di salvare il Comune dal default”. Hanno scritto nei giorni scorsi una lettera diretta al presidente della Repubblica Mattarella ed al premier Conte. “Più passano i giorni e più la ‘vertenza Catania’ sembra quasi non interessare a nessuno – hanno affermato – L’Italia si è dimenticata di Catania, ma i catanesi non si dimenticano di essere italiani e, pertanto, chiedono un urgente intervento per la salvezza della città”.

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