Dopo l’interdizione del Corleone, arrivano limitazioni anche per l’Oreto, infrastruttura fondamentale che attraversa quartieri come Brancaccio e Guadagna. Le opposizioni parlano di “disastro annunciato”
PALERMO – Prima il Ponte Corleone, ora il Ponte Oreto. Che le infrastrutture di Palermo non se la passino bene non è certo una novità e così ora scatta l’allarme anche per il ponte nell’omonima via Oreto, arteria fondamentale che attraversa quartieri molto popolosi come Brancaccio e la Guadagna. Secondo quanto riporta l’Ansa, è stato il Rup del progetto di restauro, l’ingegnere Tonino Martelli, nominato soltanto lo scorso 17 marzo, a sottolineare in una relazione la necessità di avviare “interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria” e di inibire il ponte al traffico.
L’ultimo sopralluogo, in presenza della polizia municipale e dei vigili del fuoco, risale a due giorni dopo la nomina: come si legge nel documento, le condizioni di degrado e ammaloramento dell’infrastruttura “erano immediatamente visibili alla semplice ricognizione esterna”. I lavori, dunque, sono “assolutamente necessari per la riparazione e ricostituzione della funzionalità originaria delle componenti strutturali e delle opere accessorie, impiantistiche e funzionali, in modo da evitare l’ulteriore deperimento delle strutture che potrebbe, realisticamente, compromettere la stabilità dell’opera”, scrive Martelli nella relazione inviata al capo area tecnica, al dirigente del settore opere pubbliche, al sindaco Leoluca Orlando e all’assessore Maria Prestigiacomo.
Occorrono “un risanamento di tutte le strutture in cemento armato ammalorate; l’impermeabilizzazione dell’impalcato in cemento armato, la fornitura e posa in opera di giunti di dilatazione tra i corpi a contatto con rifacimento dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche e il risanamento dei parapetti”. Inoltre vanno ridotti “al minimo possibile, nelle more di eseguire gli interventi di riparazione, i pericoli per la pubblica incolumità – sia per l’utenza pedonale e veicolare che attraversa il ponte su via Oreto, che per l’utenza della sottostante via Emanuele Paternò – derivanti dal rischio di cedimenti, anche localizzati, delle strutture del ponte, e/o di parti anche non strutturali dello stesso, imponendo, ove non sia ritenuta possibile la chiusura totale della struttura, quantomeno la inibizione dei passaggi pedonali (marciapiedi) e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri, con esclusione degli autocarri (con peso superiore a 35 quintali), o altra misura ritenuta idonea”.
E così, la scorsa settimana un’ordinanza dell’Ufficio Traffico ha ufficializzato le restrizioni alla circolazione suggerite dal Rup dirottando i mezzi più pesanti in Corso dei Mille e in via Messina Marine, come già successo per il Ponte Corleone: un autentico disastro per la circolazione, dato che il Corleone e l’Oreto sono tra i principali punti di collegamento tra la circonvallazione e la Stazione Centrale e che al momento anche lungo il sottopassaggio di via Crispi al porto è in corso un intervento di manutenzione che ha imposto il restringimento della carreggiata. Sul Ponte Oreto sono stati istituiti: il divieto di transito ai soli veicoli di massa superiore a 35 quintali, la chiusura al transito pedonale di entrambi i marciapiedi, il divieto di sorpasso, il limite di velocità di 30 km/h, la realizzazione di un percorso pedonale protetto di 1,20 metri di larghezza per il transito pedonale nei due sensi da collocare nella carreggiata in funzione ai lavori da svolgere, l’apposizione di relativa segnaletica di preavviso da posizionare nelle vie limitrofe.
La notizia naturalmente ha scatenato il fuoco di fila dei consiglieri comunali contro l’amministrazione, senza distinzioni di colore politico. “Una situazione che l’amministrazione Orlando conosceva da tempo ma per la quale non ha mosso un dito – ha attaccato il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Scarpinato – e il risultato è aver messo a rischio per anni l’incolumità di pedoni e automobilisti, mentre ora si deve correre urgentemente ai ripari. Questa amministrazione ha già fatto abbastanza danni a Palermo, si dimettano e mettano fine in anticipo a questo scempio”. Sulla stessa lunghezza d’onda Dario Chinnici, capogruppo di Italia Viva: “Da anni denunciamo lo stato impietoso di una struttura che avrebbe avuto bisogno di interventi urgenti e immediati già due decenni fa. È scandaloso: i cantieri, quando partiranno, si sommeranno alle restrizioni del Ponte Corleone e di via Crispi facendo impazzire la circolazione. Un disastro annunciato e ampiamente evitabile, di cui questa amministrazione dovrà rendere conto alla città”.
Per il capogruppo della Lega Igor Gelarda “Palermo è ormai tagliata in due, con buona pace degli automobilisti e di chi ha fatto diventare Palermo la città più trafficata d’Italia. I palermitani sono prigionieri di un gruppo di persone politicamente inadatte a gestire la città. E anche se andranno via tra un anno i danni fatti ai palermitani, purtroppo, li pagheremo per tantissimo tempo”. “L’unico ponte percorribile in totale sicurezza sarà quello tramviario delle Teste Mozze nei pressi di piazza Scaffa – ha avvertito il consigliere di Avanti Insieme Antonino Sala -, considerato che anche quello in prossimità della foce del fiume potrebbe essere malmesso”.