Chiusura discoteca Quetzal a Cinisi, la direzione: "Basta violenza"

Cinisi, chiude al pubblico la discoteca Quetzal. La direzione: “Basta violenza”

marikacontarino

Cinisi, chiude al pubblico la discoteca Quetzal. La direzione: “Basta violenza”

Redazione  |
sabato 31 Agosto 2024

La decisione è stata presa in maniera autonoma per lanciare un messaggio di riflessione sia per i giovani che per le istituzioni.

“Il Quetzal questa estate si ferma qui, basta con la violenza, abbiamo deciso di chiudere prima per mandare un messaggio di riflessione ai giovani ma anche alle istituzioni”. Lo dice la direzione del Quetzal in merito alla chiusura della discoteca di Cinisi, un comune nel Palermitano.

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La decisione sarebbe scaturita dall’ennesimo episodio di violenza. Lo scorso 26 agosto, in quella discoteca, è scoppiata una maxi rissa sedata pochi minuti dopo dallo staff di sicurezza del locale.

Cinisi, la chiusura discoteca Quetzal: lo sfogo della direzione

“È un giorno triste – dicono dalla direzione del locale – perché una realtà sana che crea lavoro, legami, emozioni e diffonde i valori del sano divertimento è costretta a chiudere. Anche oggi proviamo ancora una volta a distinguerci, a fronte di potenziali rischi per cui da soli non riusciamo più a fare fronte preferiamo tutelare l’incolumità di lavoratori ed avventori del nostro locale. Chiudiamo non perché qualcuno ci stia obbligando a farlo e ce lo abbia imposto, ma perché qualcuno, ancora oggi e nonostante le diverse tragedie accadute, esce di casa per litigare, vandalizzare, irretire e distruggere, senza rispetto per se e per chi ha perso la vita in occasioni simili” afferma la direzione della discoteca Quetzal in merito alla chiusura.

“Da soli non si può andare avanti gli sforzi profusi per debellare il germe della violenza non sono sufficienti se fatto solo dagli imprenditori, è necessario lavorare a fianco con le forze dell’ordine, sensibilizzare, creare nuove regole che però non siano a sfavore dei locali ma che, anzi, impediscano a certi soggetti di accedere alle strutture. Il nostro è un grido di rabbia, ma che nasconde speranza, quella che, quanto prima, non si parli più di movida selvaggia o di risse in discoteca ma di buone pratiche, prevenzione senza alcuna paura” concludono.

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