Chiusure anticipate e coprifuoco costano alle pizzerie 5 miliardi di euro - QdS

Chiusure anticipate e coprifuoco costano alle pizzerie 5 miliardi di euro

Chiusure anticipate e coprifuoco costano alle pizzerie 5 miliardi di euro

martedì 08 Dicembre 2020

Vendite dimezzate in tutta Italia a causa delle restrizioni. L’allarme della Coldiretti: “A rischio il futuro di 200mila addetti al settore”

ROMA – Con le vendite più che dimezzate in Italia per una perdita di almeno 5 miliardi nel 2020, le pizzerie sono il settore della ristorazione più colpito dall’emergenza Covid anche per il consumo serale che si scontra con l’obbligo di chiusura in tutto il territorio nazionale alle 18,00. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione del terzo anniversario dell’iscrizione dell’ “Arte dei Pizzaiuoli napoletani” nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco avvenuto il 7 dicembre 2017.

“Un compleanno amaro segnato – sottolinea la Coldiretti – dall’emergenza coronavirus con più della metà delle pizzerie italiane ancora chiuse per il servizio al tavolo nelle regioni non ancora gialle e le altre duramente provate dalle limitazioni negli spostamenti e negli orari di apertura. Una debole boccata di ossigeno è rappresentata dalla consegna a domicilio e poi all’asporto alla quale molti italiani ricorrono pur di non farsi mancare il piatto simbolo del Made in Italy ma pesa lo smart working e l’assenza totale dei turisti stranieri, da sempre tra i più accaniti consumatori di pizza”.

A rischio c’è il futuro di 63mila pizzerie con circa 200mila addetti ma le difficoltà – sottolinea la Coldiretti – si trasferiscono lungo tutta la filiera considerato che a pieno regime nelle pizzerie ogni anno si stima vengano impiegati 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro”.

“Senza dimenticare – continua la Coldiretti – il taglio dei consumi di vino e soprattutto di birra che trovano nelle pizzerie un canale privilegiato di vendita. La chiusura forzata dei locali ha avuto dunque un impatto devastante non solo sulle imprese e sull’occupazione ma anche – rileva la Coldiretti – sull’intero sistema agroalimentare che ha visto chiudere un importante sbocco di mercato per la fornitura dei prodotti”.

“Una dura prova anche per i consumatori italiani che – ricorda la Coldiretti – durante il lockdown non hanno comunque voluto rinunciare provando a farla in casa con il raddoppio delle vendite di preparati per pizze (+101%) nei supermercati secondo l’analisi della Coldiretti su dati Iri”.

“Gli italiani – conclude la Coldiretti – sono i maggiori consumatori di pizza in Europa con 7,6 chili all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono la classifica”.

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