Catania e le chiusure, “un dramma per l’economia, ora ristori adeguati” - QdS

Catania e le chiusure, “un dramma per l’economia, ora ristori adeguati”

Catania e le chiusure, “un dramma per l’economia, ora ristori adeguati”

sabato 07 Novembre 2020

Nostra intervista esclusiva al “sindaco pro tempore” Roberto Bonaccorsi. Il punto sulla situazione delle aziende Partecipate del Comune: “La fusione Amt-Sostare è in fase avanzata”

CATANIA – I conti del Comune, il lavoro dei commissari straordinari (a rilento), il bilancio stabilmente riequilibrato (ieri approvato dalla Giunta), ma anche le necessità di fare cassa, operazione sempre più ardua a causa delle difficoltà economiche di larghi strati della popolazione etnea. E poi la fusione tra le partecipate Sostare e Amt, Sidra e Catania rete gas con le relative conseguenze per l’Ente. Infine, il ruolo del sindaco sospeso Salvo Pogliese. Intervista in esclusiva per il nostro giornale al vicesindaco e facente funzione di primo cittadino Roberto Bonaccorsi.

Quanto durerà il dissesto?
“Mi auguro fino al 2023 come prevede la norma. Ieri (oggi per chi legge. ndr) abbiamo approvato il bilancio stabilmente riequilibrato che a sua volta era stato approvato dal ministero dell’Interno. Fa riferimento a cinque esercizi, quasi due sono già decorsi, 2019 e 2020, il termine previsto per il risanamento è il 31 dicembre 2023”.

Quali sono i prossimi passi?
“Entro 120 giorni dall’approvazione del bilancio in Consiglio comunale, bisogna approvare tutti i documenti di programmazione che erano sospesi, quindi i bilanci di programmazione e i rendiconti precedenti”.

Al Quotidiano di Sicilia risulta che è stato espletato circa il 16% delle pratiche da parte dei commissari straordinari. Quali azioni l’amministrazione può mettere in campo per facilitare e velocizzare le procedure?
“È un organismo indipendente nominato dal Ministero, quindi l’unico rapporto che abbiamo è quello del trasferimento delle risorse. Attingiamo anche noi notizie proprio perché l’organo straordinario di liquidazione è totalmente indipendente”.

E quali sono queste risorse che hanno a disposizione?
“Sono tutte quelle attinenti a entrate per atti e fatti antecedenti il dissesto, ovvero prima del 31 dicembre 2018. In altre parole, la quota dei residui che va incassata. Poi c’è un’altra parte che è un’anticipazione già da noi chiesta al Ministero. Mi auguro che sia soddisfacente per l’ammontare dei debiti. Insomma, da una parte le vecchie entrate, dall’altra un ulteriore debito dell’amministrazione per soddisfare i debiti pregressi”.

Parliamo di partecipate. In campo ci sono alcune ipotesi di fusione, qual è la situazione?
“Amt-Sostare è in fase avanzata. Hanno già deliberato buona parte degli atti propedeutici. Il progetto di fusione definitivo andrà in Cda martedì (10 novembre, ndr) prossimo, entro trenta giorni si terrà l’assemblea e poi ci sono ancora 90 giorni per ulteriori ricorsi. Insomma, siamo all’interno delle procedure del Codice civile con la scansione temporale fissata dal legislatore. Per quanto riguarda Sidra-Catania rete gas sono indietro di qualche mese rispetto agli altri. I termini saranno simili”.

Quale giovamento ne trarrà il Comune di Catania?
“Intanto in termini di efficacia ed efficienza. Sidra e Catania rete gas spesso fanno lo stesso lavoro. Bucano una strada per arrivare all’utente finale. Con la fusione avremo solo una società che fa questi servizi piuttosto che due. La stessa cosa per la mobilità. Il core business di Sostare è il parcheggio e anche l’Amt ne possiede. Spesso si sovrapponevano facendosi concorrenza, quindi l’efficacia e l’efficienza delle azioni sarà sicuramente più elevata rispetto ai periodi precedenti. E poi c’è un problema di risparmi e di riorganizzazione della gestione, non solo amministrativa ma anche del personale. Se il processo di riforma si dovesse completare per intero, per come è stato pensato e mandato al Ministero, a monte avremo una holding di servizi dove saranno concentrati tutti quei servizi che oggi sono parcellizzati da parte delle società partecipate, spesso con consulenti esterni. A valle ci saranno poi le partecipate, in numero inferiore rispetto a quello attuale, che usufruiranno di questi servizi”.

Siamo in piena emergenza Covid, per la città di Catania reputa sufficienti le misure governative o sta pensando di varare nuove ordinanze ancora più restrittive?
“Mi auguro di no. La competenza non è la nostra, se non per singole fattispecie. Lo abbiamo visto in questi giorni, il Governo nazionale ha classificato la regione Sicilia tra quelle a rischio medio-alto, con le ristrettezze che oggi vediamo in giro, tra cui bar e ristoranti chiusi. Se dal punto di vista del rischio pandemico possono essere raggiunti dei risultati, per l’economia cittadina è un dramma. Mi auguro che il decreto del presidente del Consiglio dei ministri abbia come conseguenza un decreto che preveda ristori adeguati, non solo per gli imprenditori, soprattutto per l’indotto e per i dipendenti i quali, ancora oggi, aspettano la cassa integrazione per il periodo di sospensione primaverile. Mi auguro che ci sia celerità nei rimborsi che vengono effettuati”.

Le difficoltà per i catanesi si ripercuotono, dal punta di vista economico, anche sul Comune. Qual è la situazione e cosa è possibile fare?
“Non c’è dubbio che è così. In compensazione delle minori entrate, a maggio e a giugno, sono arrivati da Roma dei ristorni che non sono sicuramente soddisfacenti e ci aspettiamo dell’altro. Abbiamo avuto anche dei ristorni regionali che abbiamo utilizzato, quasi tutti, per abbattere del 60% la Tari a una categoria vastissima di imprenditori. Sono quelli che ha indicato l’Arera che è l’organismo di controllo. È già stato fatto tanto non solo per riportare in equilibrio i conti dell’ente, ma anche per soddisfare le esigenze di imprenditori che si sono visti chiudere l’attività quest’anno”.

Il sindaco Pogliese si è dichiarato un “giocatore fuori campo” nel momento in cui gli è arrivata la comunicazione della sospensione. Vi siete sentiti per consigli o strategie?
“Io mi muovo in piena autonomia rispetto al mio ruolo. Credo che quella frase di Pogliese sia stata mal interpretata. Ritengo che volesse dire che sarà vicino all’amministrazione con un supporto morale. La responsabilità e le scelte competono a me”.

Ma vi sentite?
“Io sono amico con Salvo. Non può una norma che sospende il sindaco interrompere i rapporti personali e quindi ci sentiamo, ci incontriamo, spesso facciamo colazione insieme ma attiene a fatti che avvenivano anche prima. Nessuno può pensare che una sospensione possa interrompere e chiudere un rapporto di amicizia”.

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