POLLINA – Un nuovo murale arricchisce il Parco urbano di Pollina (Palermo): è “Ciatu de lu me cori”, realizzato da Igor Scalisi Palminteri e dedicato a Rosa Balistreri, voce simbolo della Sicilia popolare, ribelle e autentica.
“Si può fare politica e protestare in mille modi, io canto. Ma non sono una cantante… sono diversa, diciamo che sono un’attivista che fa comizi con la chitarra” questo diceva la cantautrice, di origini umilissime, che ha lasciato un segno graffiante nella memoria dei siciliani (e non solo).
Nacque a Licata, da padre falegname e madre casalinga. Fin da giovanissima era dotata di timbro vocale forte e originale che le permise in seguito di interpretare le canzoni popolari siciliane con un tono fortemente drammatico.
Si sposò in un matrimonio combinato e dopo che il marito perse al gioco il corredo della figlia Angela, Rosa tentò di ucciderlo e subito andò a costituirsi dai carabinieri. Per mantenere la figlia fece diversi lavori e si trasferì a Palermo. Il conte Testa le diede lavoro come custode/sagrestana nella chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti, dove visse nel sottoscala con il fratello Vincenzo.
Ricevette le molestie del nuovo prete e, con i soldi delle elemosine, partì con il fratello per Firenze dove lavorò come domestica e il fratello poté aprire una bottega da calzolaio, richiamando a sé le sorelle Mariannina e Maria: una rimase a Licata, l’altra, dopo un ennesimo litigio con il marito, prese i figli e raggiunse Rosa. Il marito inseguì Maria, e trovatala, la uccise. Il padre per il dispiacere si impiccò.
Rosa Balistreri visse per 12 anni con il pittore Manfredi Lombardi, che la presentò ad artisti quali Mario De Micheli, Ignazio Buttitta, Dario Fo. Nel 1966 e nel 1969 partecipò alle prime due edizioni dello spettacolo Ci ragiono e canto per la regia di Dario Fo.
Per circa un ventennio visse a Firenze per poi trasferirsi nel 1971 a Palermo. Lasciata da Manfredi per una modella, per mantenere sé e la figlia che nel frattempo per amore aveva lasciato il collegio e aspettava un figlio, cantò per la Festa de l’Unità e recitò nel Teatro Stabile di Catania. Nel 1974 partecipò assieme ad altri esponenti del folk a Canzonissima. Dal 1976 è stata accompagnata spesso da Mario Modestini, musicista e compositore, che ha scritto per la sua voce le musiche de La ballata del sale (1979), di Buela (1982) e di Ohi Bambulè (1987).
Morì a 63 anni, presso l’ospedale palermitano Villa Sofia in seguito a un ictus cerebrale sopraggiunto durante una tournée in Calabria.
L’opera che ha trovato spazio a Pollina, prodotta dal Comune, è parte integrante del più ampio percorso di rigenerazione urbana promosso dall’amministrazione comunale, che negli ultimi anni ha scelto di investire nella bellezza e nella cultura come strumenti di crescita e coesione sociale.
Il murale è il secondo intervento artistico nel Parco urbano, dopo quello dedicato ad Andrea Camilleri, due tasselli di un mosaico che a Pollina prevede la realizzazione di nuove opere murali, pensate per restituire valore agli spazi pubblici e nutrire il senso di comunità.
A raccontare il cuore di quest’opera è lo stesso autore, Igor Scalisi Palminteri, che spiega il significato profondo del suo lavoro artistico: “Rosa Balistreri è la voce potentissima della Sicilia – ha affermato -. È donna ribelle e poetica. È la voce che ha raccontato l’anima nuda del nostro popolo, che ha gridato contro l’ingiustizia con la dolcezza ruvida della tradizione popolare. È una voce che ritorna. È una ferita che canta. È Rosa, la cantastorie dell’anima, che ancora ci chiama all’essenziale: al popolo, alla terra, alla dignità. Una voce che non si piega, una voce che si alza per chi non può. A te, Rosa, che hai raccolto il pianto antico della nostra isola e l’hai trasformato in canto ribelle, che hai preso le tradizioni popolari e le hai fatte diventare grido civile, preghiera laica, verità di popolo. Questo dipinto è per te. Ma non solo. È per tutte le donne della nostra Sicilia, che continuano, oggi come ieri, ad alzare la voce con dignità. Donne – ha concluso – che portano il peso della storia sulle spalle, e lo trasformano in bellezza, in lotta, in luce”.
Anche il sindaco di Pollina, Pietro Musotto, e l’assessore alla Cultura, Giuseppe Scialabba, hanno voluto sottolineare il significato simbolico e culturale di questa nuova tappa del percorso artistico avviato nel borgo: “Nel solco del percorso di riqualificazione già avviato – hanno affermato -, torniamo con un intervento artistico nell’area del Parco Urbano, con un altro murale dedicato a un simbolo della cultura siciliana. D’accordo con l’artista, abbiamo voluto dedicare spazio a una donna, individuando la figura di Rosa Balistreri, la cantastorie per eccellenza. Nei pressi del principale luogo dedicato agli eventi culturali, insieme a Camilleri – hanno concluso i due amministratori -, ricordiamo due icone di cultura e di libertà”.
Ciatu de lu me cori è un’opera che parla di memoria e di futuro, di identità e resistenza. Con la sua forza poetica e civile, Rosa Balistreri torna così a vivere sui muri di Pollina.

