Cibi in provetta: in disaccordo 7 italiani su 10 - QdS

Cibi in provetta: in disaccordo 7 italiani su 10

Cibi in provetta: in disaccordo 7 italiani su 10

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sabato 01 Ottobre 2022

I cibi in provetta non soddisfano 7 italiani su 10. Ecco i risultati dell'analisi Coldiretti/Ixè che parlano proprio della questione.

I cibi in provetta continuano a diffondersi ma 7 italiani su 10 non li approvano. Si tratta del 68% dei cittadini che non si fidano degli alimenti creati in laboratorio con cellule staminali in provetta. I dati emergono dall’indagine di Coldiretti/Ixè, presentata al Villaggio dell’Associazione. Infatti proprio in tale contesto è stata allestita la galleria degli orrori a tavola in occasione dell’avvio della petizione mondiale per dire stop al cibo sintetico, promossa da World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe, Coldiretti e Filiera Italia.

“Le multinazionali del cibo in provetta approfittano della crisi per imporre sui mercati cibi Frankenstein, dalla carne prodotta in laboratorio al latte senza mucche fino al pesce senza mari, laghi e fiumi, che potrebbe presto inondare il mercato europeo poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello UE le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione UE mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici”. Lo afferma Coldiretti proprio relativamente allo spinoso tema.

Gli italiani sono stati interrogati sui motivi principali per bocciare il cibo creato in laboratorio. In cima alla lista la mancanza di fiducia delle cose non naturali. Al secondo posto i dubbi sulla sicurezza per la salute. A seguire l’assenza dello stesso sapore del cibo vero e alla fine coloro che temono per l’impatto sulla natura.

“Una pericolosa deriva degli alimenti creati in laboratorio iniziata con la carne sintetica della società americana Beyond Meat e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca – prosegue Coldiretti -. Gli investimenti nel campo del cibo sintetico stanno crescendo molto sostenuti da diversi protagonisti del settore hitech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). L’esempio più lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni. Per quanto riguarda la carne da laboratorio la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato”.

Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini interviene sui cibi in laboratorio. “Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. Siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”.

Fonte foto: Coldiretti

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