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Cibi surgelati: 36% consumato fuori casa. Iias: stop asterisco nei menù

Donegani: confronto con decisore pubblico e rappresentanze consumatori

Milano, 15 dic. (askanews) – Gli alimenti surgelati trovano posto anche sulle tavole del fuori casa. Su oltre un milione di tonnellate di cibi sotto zero consumati nel 2024 dagli italiani, il 36% è stato consumato nel fuori casa, che include anche il canale door-to-door e la ristorazione collettiva. Lo sottolinea in una nota l’Istituto italiano alimenti surgelati (Iias).

Quando consumati fuori casa, questi alimenti, da quasi cinquant’anni, sono obbligatoriamente segnalati con un asterisco nei menu, in modo da indicare la presenza nei piatti di uno o più alimenti surgelati, congelati o abbattuti. Uno strumento che, sottolinea Iias, se da una parte fornisce al consumatore una informazione in più (peraltro parziale, vista la differenza fra la surgelazione di tipo industriale e le varie forme di congelamento/abbattimento “fai da te”), dall’altra rischia di dare una connotazione negativa e fuorviante al prodotto.

“In uno scenario di maturata consapevolezza e apprezzamento dei surgelati – spiega Giorgio Donegani, presidente di Iias – si inserisce la permanenza dell’obbligo di riportare l’asterisco nei menu che, è bene chiarirlo, non deriva da una legge specifica ma da un orientamento della giurisprudenza italiana, consolidatosi a partire dalla fine del secolo scorso attraverso numerose sentenze della Corte di Cassazione”. “Parliamo di uno strumento ormai ‘anacronistico’, che in mezzo secolo dalla sua apparizione è rimasto invariato – continua Donegani – malgrado l’evoluzione tecnologica, la sempre maggior conoscenza della qualità dei prodotti surgelati e la migliorata consapevolezza e percezione da parte dei consumatori. Non a caso, una recente indagine Doxa ha messo in evidenza come per 7 italiani su 10 la presenza dell’asterisco nel menu non influenzi affatto la scelta di un determinato piatto. In più, l’asterisco nei menu non ha nulla a che fare con la sicurezza igienico-sanitaria dell’alimento, in quanto l’eventuale omissione di tale informazione non rappresenterebbe in nessun caso una potenziale compromissione della salute del consumatore”.

La ristorazione italiana, se da una parte ha chiuso il 2024 con una spesa da parte dei consumatori di 85 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2023, dall’altra è ancora distante dagli 88 miliardi del periodo pre-covid (2019). In calo anche i volumi, con una flessione delle “visite” del 6%, da parte dei consumatori. In questo scenario i volumi degli alimenti surgelati hanno registrato una sostanziale tenuta (+0,1%).

“Continuare a imporre l’obbligo dell’asterisco nel menu basandosi sull’assunto, ormai superato e anacronistico, che il cliente ‘si aspetti’ la presenza solo di ingredienti/alimenti freschi, in quanto tali ‘migliori’, appare ad Iias completamente fuori luogo. Per queste ragioni – conclude Donegani – il settore chiede sul tema un confronto con il decisore pubblico e le rappresentanze dei consumatori, al fine di tutelare effettivamente le esigenze di tutti, consumatori e ristoratori in testa”.