Cinque laboratori sui mestieri del cinema e, successivamente, la realizzazione vera e propria di un film, che racconti una storia originale e che parli alle coscienze di chi lo guarda. Sono gli obiettivi del progetto “Officine Malaspina”, dell’associazione Centro Studi Pianosequenza, che è stato avviato a Palermo e che coinvolge 30 giovani detenuti (tra i 14 e i 25 anni) dell’Istituto penitenziario minorile (Ipm) “Malaspina”, con annesso centro di prima accoglienza “Francesca Morvillo”.
Cinque i laboratori didattici sui mestieri del cinema che si stanno svolgendo nelle aule dell’edificio dell’omonima via: produzione cinematografica, regia e scrittura cinematografica, ripresa e fotografia, scenografia e costumi, sound design e broadcasting.
“I ragazzi hanno già iniziato a scrivere la sceneggiatura. Si tratta di una favola moderna ambientata a Palermo che ha per protagonisti i giovani abitanti di un quartiere ai margini. Il nostro scopo è quello di utilizzare il linguaggio cinematografico quale strumento di istruzione, rieducazione e crescita, anche nell’ottica del reinserimento socio-lavorativo di questi ragazzi”, spiega Luciano Accomando, regista e ideatore del progetto, che è stato finanziato dal Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Officine Malaspina, con i suoi laboratori – dice la direttrice dell’Ipm, Clara Pangaro – rappresenta un luogo di esperienza, di apprendimento e di produzione creativa, combinando insieme ambiti importanti quali la formazione, il sociale e la cultura. Il mondo del cinema, realtà considerata come qualcosa di distante e irraggiungibile, diventa per i ragazzi che partecipano a questo progetto una realtà a cui è possibile accedere imparando e cimentandosi in maniera concreta nei diversi mestieri specifici di questo settore e vivendo in presa diretta le diverse fasi di produzione e realizzazione di un film”.
“Un progetto ambizioso – conclude Patrizia Toto, presidentessa di Centro Studi Pianosequenza – con cui vogliamo anche sensibilizzare l’opinione pubblica sulla drammatica situazione di esclusione sociale in cui versano i giovani detenuti, rendendo possibile l’idea di un riscatto sociale e di una piena realizzazione di sé”.