Cinematch tra i premiati della Startup competition della prof. Schillaci di UniCt. Il ceo: “Incrociamo utenti con gusti simili”
CATANIA – Seconda tappa del nostro viaggio tra le realtà premiate nell’ambito della Startup competition, la gara organizzata nell’ambito del corso di studio tenuto dalla professoressa Carmela Schillaci del dipartimento di Economia e impresa dell’Università di Catania, che mira a premiare le migliori idee elaborate dagli studenti del corso stesso, organizzati in gruppi. Protagonista del secondo appuntamento sulle pagine del Quotidiano di Sicilia è il gruppo formato dal ceo Vincenzo La Cognata, che ha risposto alle nostre domande, e da Arianna Paci, Vanessa Mangano, Alessandro Mammano, Aurelio Basilotta e Alfio Grasso.
Come si chiama il vostro progetto e a chi si rivolge?
“Abbiamo scelto il nome di Cinematch, per dare l’idea dello scopo principale della start up ovvero l’unione tra ‘cinema’ e ‘match’. Si rivolge principalmente ad appassionati e amanti del grande schermo”.
Com’è nato il progetto e perché avete deciso questo specifico ambito d’azione?
“Tutto è nato dalla constatazione che ogni forma di arte, al giorno d’oggi, ha un social network dedicato: Instagram per la fotografia, Youtube per il mondo dei video, Spotify per la musica. Il mondo del cinema, al momento, non ha nulla. Certo, esistono delle applicazioni dedicate che però non sono dei veri e propri social in cui la gente può esprimere la sua opinione, o condividere i film che ha visto. Sostanzialmente, quindi, abbiamo trovato un ‘buco di mercato’ in cui inserirci”.
Quali sono, a vostro avviso, gli aspetti più innovativi e significativi della vostra proposta?
“Abbiamo provato, anzitutto, a cavalcare l’onda dell’intelligenza artificiale. Infatti il prodotto vero è quello di un algoritmo che, grazie all’intelligenza artificiale, fa un’analisi incrociata di dati computazionali. Vale a dire, in sostanza, che se a due utenti piace uno stesso film o se preferiscono entrambi una medesima categoria, verremo suggeriti come amici. Questa modalità di interazione permette di evitare messaggi spam o fastidiosi, in modo che soltanto le persone con gusti cinematografici simili possono contattarsi tra di loro. Quelli che non hanno questa cosa in comune, al contrario, non possono nemmeno trovarsi digitando il nome proprio perché l’algoritmo filtra le richieste di messaggi in entrata o la richiesta di vedere un film insieme. Un’altra particolarità della nostra idea, infatti, è un’estensione per vedere film ‘insieme’ anche a distanza tramite sale virtuali e visori. È possibile, per esempio, trovarsi tra amici in parti diverse del mondo e vedere lo stesso film”.
Quanto è importante, per il vostro percorso formativo, un’esperienza come quella della Start Cup?
“Rispondo facendo riferimento, soprattutto, alla mia esperienza personale. Io sono un po’ un veterano rispetto ai miei colleghi, perché sono tornato all’Università dopo alcuni anni di lavoro. Mi ricordavo una Ateneo diverso, più ‘accademico’ nel senso non proprio positivo del termine. Adesso, invece, ho ritrovato un’università molto più innovativa. Queste competizioni, che nascono per gioco, ci stimolano a mettere in campo il meglio di ognuno di noi. Insomma, negli ultimi anni sono stati fatti tanti passi avanti e credo che altri ancora ne saranno fatti in futuro. Voglio evidenziare che questo progetto è stato reso possibile grazie all’impegno e alla dedizione della professoressa Schillaci e del professore Rosario Faraci, docenti visionari che sanno bene come stimolare l’interesse di noi studenti”.