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Cittadella giudiziaria di Catania, revocato il subappalto a Capizzi. Un nuovo intoppo che rischia di rallentare la consegna

Cittadella giudiziaria di Catania, revocato il subappalto a Capizzi. Un nuovo intoppo che rischia di rallentare la consegna
I lavori per la Cittadella giudiziaria di Catania

All’origine della rottura con l’azienda appaltante ci sarebbe stata l’inerzia del Consorzio a cui spettava la realizzazione di tutti gli impianti per un importo complessivo di oltre sei milioni

CATANIA – Non proprio quella che si direbbe la migliore fine di anno dal punto di vista dell’immagine pubblica. È quella che sta vivendo il sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi che, insieme ad alcuni parenti, rappresenta una delle famiglie imprenditoriali più affermate nel mondo delle costruzioni in Sicilia.

Appalti, politica e scandali: un 2024 tra luci e ombre per il sindaco di Matello Capizzi

Per il primo cittadino – vicino al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ma anche a Totò Cuffaro – il 2024 era stato un anno di soddisfazioni e imbarazzi: da una parte l’affermazione nel mondo degli appalti e della scena politica locale, con un fiume di soldi arrivato nel piccolo centro alle pendici dell’Etna, dall’altra la scoperta dello scandalo delle mazzette pagate al Commissario per il rischio idrogeologico, con conseguente ammissione di colpevolezza e patteggiamento della pena, ma anche la lunga polemica sull’espulsione, poi cassata dalla giustizia amministrativa, dei consiglieri di minoranza.

Le nuove indagini che complicano il 2025 di Capizzi

Per il 2025, l’auspicio era quello che le acque si tranquillizzassero. Così però possiamo dire non è stato: se sul piano politico Capizzi ha suggellato le proprie alleanze, al punto da chiedere a Galvagno di fare da padrino di battesimo alla figlia, dal fronte giudiziario sono arrivate altre grane. Prima quella che lo vede coinvolto, ancora una volta con l’accusa turbativa d’asta, in un’inchiesta su una serie di appalti nell’Agrigentino, poi quella in cui insieme a un cugino è stato citato – pur non nella veste di indagati – che ha al centro la figura di Totò Cuffaro e che ha portato anche alla presentazione di un’interrogazione alla Camera dei deputati da parte di un’esponente di Alleanza Verdi Sinistra.

Il caso della cittadella giudiziaria di Catania

A tutto ciò sul piano professionale si registra, come rivelato da La Repubblica mercoledì, la risoluzione per inadempienza del contratto di sub-appalto stipulato dal Consorzio stabile progettisti costruttori, di cui il sindaco di Maletto viene ritenuto amministratore di fatto, con la Ingegneria Costruzioni Colombrita, la società aggiudicataria dei lavori per la realizzazione della nuova cittadella giudiziaria a Catania.

Il Quotidiano di Sicilia ha approfondito la vicenda che risale a metà settembre, un anno dopo la firma del contratto di sub-appalto. All’origine della rottura ci sarebbe stata l’inerzia del Consorzio a cui spettava la realizzazione di tutti gli impianti per un importo complessivo di oltre sei milioni di euro, ma che non avrebbe mai inviato a Colombrita la programmazione lavori. Stando a quanto appreso da questa testata, la risoluzione non sarebbe stata contestata dalla società di Capizzi.

Ritardi, varianti e costi: i lavori della cittadella

Quanto questo intoppo abbia inciso nell’andamento dei lavori in quello che al momento è il principale appalto in corso nella città di Catania non è facile dirlo. Il cantiere, questo ormai è fuori discussione, avanza a una velocità incompatibile con quello che era il cronoprogramma originario. Un fatto in parte naturale conseguenza delle modifiche e integrazioni al progetto che sono confluite nelle due perizie di variante che hanno fatto aumentare la spesa pubblica di diversi milioni di euro, andando quasi ad azzerare lo sconto derivante dal ribasso che era stato proposto da Colombrita in sede di gara. Al momento, nonostante le dichiarazioni ufficiali vedano ancora per l’estate il completamento delle opere, il termine più verosimile dei lavori è a fine 2026.

L’intervento del Ministero della Giustizia

Fare proiezioni, tuttavia, è ormai un azzardo. A rallentare ulteriormente l’iter potrebbe essere infatti il coinvolgimento del ministero della Giustizia nella valutazione della compatibilità di certi aspetti del progetto, come il controllo dei varchi d’accesso, rispetto alle specifiche esigenze che è necessario soddisfare. Per ciò che riguarda i lavori che erano stati commissionati a Capizzi, la decisione di Ingegneria Costruzioni Colombrita è stata quella di spezzettare gli interventi a cinque ditte artigiane che da anni lavorano con la società. Una si occuperà degli impianti meccanici, due di quelli elettrici, una realizzerà gli impianti antincendio e alla quinta spetteranno l’esecuzione dei lavori previsti per gli impianti idrici e igienico-sanitari.

Nuove criticità nel subappalto

Intanto però all’orizzonte sembra esserci già un nuovo problema da risolvere: uno dei subappaltatori, incaricati di fornire strutture di carpenteria metallica, sta ritardando nelle consegne. Nei giorni scorsi il tema è stato affrontato alla presenza della direzione dei lavori e a quanto pare nell’aria c’è un po’ di preoccupazione.