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La risoluzione del subappalto e i lavori alla Cittadella Giudiziaria, la nota del Consorzio Stabile Progettisti Costruttori

La risoluzione del subappalto e i lavori alla Cittadella Giudiziaria, la nota del Consorzio Stabile Progettisti Costruttori
I lavori per la Cittadella giudiziaria di Catania

Caso Cittadella, la parola al Consorzio Stabile Progettisti Costruttori: “Impianti non avviati perché mancavano le condizioni minime”.

Riceviamo e pubblichiamo integralmente una replica da parte del Consorzio Stabile Progettisti Costruttori in merito all’articolo pubblicato dal QdS lo scorso dicembre dal titolo “Cittadella giudiziaria di Catania, revocato il subappalto a Capizzi. Un nuovo intoppo che rischia di rallentare la consegna”.

Cittadella giudiziaria e il subappalto revocato, la nota del Consorzio Stabile Progettisti Costruttori

Il Consorzio Stabile Progettisti Costruttori (CSPC) interviene con fermezza in merito alla decisione di risolvere il contratto di subappalto relativo alle opere impiantistiche dei nuovi Uffici Giudiziari di Catania, replicando punto per punto alle affermazioni dell’appaltatore Ingegneria Costruzioni Colombrita S.r.l.
Secondo il Consorzio, le motivazioni poste a fondamento della risoluzione risultano infondate sia in fatto che in diritto, e non tengono conto né dello stato reale del cantiere né del cronoprogramma ufficiale delle lavorazioni.
In premessa, il CSPC precisa che il termine finale dei lavori per la conclusione dell’intera opera è fissato al 19 maggio 2026. Alla luce dello stato di avanzamento complessivo del cantiere, risulta evidente che il ritardo è riconducibile alla generale conduzione delle lavorazioni e non può in alcun modo essere attribuito esclusivamente alla parte impiantistica.

“Impianti non avviati perché mancavano le condizioni minime: parlare di ritardo è tecnicamente errato”
Il CSPC contesta integralmente l’accusa di “grave ritardo” nell’esecuzione delle opere impiantistiche. Nella propria comunicazione del 19 settembre, indirizzata all’Appaltatore Ingegneria Costruzioni Colombrita S.r.l, il Consorzio aveva infatti già evidenziato che: “i) l’avvio delle opere impiantistiche era previsto dal 1° settembre; ii) e comunque, da cronoprogramma, solo dopo quattro settimane dalla realizzazione delle opere edili; iii) le partizioni interne — lavorazioni necessarie e propedeutiche per l’installazione degli impianti — risultavano completamente assenti, come documentato nel report fotografico allegato”.
“È materialmente impossibile realizzare impianti quando le pareti interne non esistono — spiega il Consorzio —. Definire ciò un ritardo significa ignorare le condizioni oggettive del cantiere.”
Il CSPC precisa inoltre che, indipendentemente dallo stato di avanzamento delle opere edili, non avrebbe comunque potuto dare avvio alle attività impiantistiche avendo rilevato gravi criticità negli impianti così come previsti progettualmente.
Tali soluzioni impiantistiche, infatti, non sarebbero risultate certificabili ai sensi delle norme vigenti; avrebbero comportato costi di gestione e manutenzione spropositati, essendo totalmente prive di sistemi di automazione; non rispettavano i requisiti del Protocollo di Kyoto, né quelli necessari per l’ottenimento della certificazione BACS.
Alla luce di queste problematiche, il Consorzio ha ritenuto tecnicamente doveroso prima di procedere con qualsiasi attività operativa, al fine di evitare la realizzazione di impianti non conformi, inefficienti e non sostenibili sotto il profilo normativo, energetico e gestionale, sottoporre all’Appaltatore e alla Stazione Appaltante una serie di interventi migliorativi sulla progettazione impiantistica, interventi che avrebbero consentito di superare le criticità e le carenze riscontrate, garantendo così la realizzazione di soluzioni conformi alle normative, pienamente certificate e sostenibili sia sotto il profilo gestionale che prestazionale.
Considerate tali circostanze, il CSPC ha formalmente invitato l’impresa appaltatrice a revocare in autotutela il provvedimento di risoluzione del subappalto, ritenendolo privo dei necessari presupposti tecnici e giuridici. Nonostante ciò, l’Appaltatore ha scelto di confermare la risoluzione, adottando una decisione unilaterale che il Consorzio giudica non supportata né dai fatti né dalle condizioni reali del cantiere.
Per tali ragioni, il Consorzio Stabile Progettisti Costruttori annuncia che tutelerà nelle sedi competenti ogni proprio diritto e interesse, attivando tutte le iniziative utili a ottenere il ristoro dei danni subìti e a garantire una corretta ricostruzione degli eventi.

QUI IL CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI