CATANIA – Centocinquanta firme circa per chiedere di ripensare l’intervento, non dimenticando che quello è il cuore antico della città. Le hanno protocollate ieri mattina a Palazzo degli Elefanti i rappresentanti del neonato comitato per la Civita, residenti, commercianti e operatori socio culturali, per chiedere ufficialmente all’amministrazione comunale di ridiscutere l’importante intervento in programma per riqualificare alcune importanti strade del quartiere alle spalle del porto, ancora vitale nonostante lo spopolamento del centro storico e tra i nuclei originari della città. Il cantiere dovrebbe aprire il prossimo 4 dicembre. La preoccupazione del comitato è che i lavori previsti per riqualificare la via Porta di Ferro, la via Vecchio Bastione e altre arterie del quartiere dedalico possano “cacciare” gli attuali abitanti, in prevalenza anziani e pensionati, per fare posto ai turisti e alle attività ricettive.
Riqualificazione della Civita, mancato coinvolgimento del quartiere
“A oggi non è stato reso pubblico il piano dei lavori, né la durata esatta dell’intervento, né sono state individuate e comunicate iniziative volte a ridurre il disagio dei residenti sia durante che a seguito dei lavori”, scrive nel testo della petizione protocollata a Palazzo il comitato, che lamenta il mancato coinvolgimento del quartiere che vuole conoscere come saranno agevolati gli abitanti, per posteggiare, ad esempio, o raggiungere le proprie abitazioni. Per non parlare del rischio, secondo i residenti concreto, che la riqualificazione sia finalizzata alla gentrificazione del rione.
“Questo è un quartiere in cui abitano ancora i catanesi, in prevalenza anziani e pensionati – sottolinea Amleto Monteforte, esercente del quartiere e portavoce dei commercianti -. È la Civita, il cuore originario della città. Noi siamo felici della riqualificazione, ma occorre pensare a qualcosa che vada oltre il rifacimento di una via, a un intervento che non tolga l’anima a questa zona. Immaginiamo una biblioteca per i ragazzi – prosegue – un parco giochi per i bimbi o un centro per anziani. Tutto questo non c’è ed è chiaro che non può bastare realizzare una passerella finalizzata ai turisti se poi noi da qui dovremo andare via”.
Si teme la gentrificazione
Gentrificazione, dunque. La paura è quella che Catania segua i – cattivi – esempi delle realtà urbane che già oggi combattono con l’overturism e il conseguente fenomeno dello spopolamento dei centri storici. “I residenti, i disabili, i commercianti – continua Monteforte: sono tanti i soggetti da tutelare. Io abito qui da cinquant’anni e da trenta lavoro qui. Questo è un luogo vivo e pulsante, spesso abbandonato dalla istituzioni, ma curato da chi qui vive e lavora. Oggi, all’improvviso, si parla di porto e di Civita e il quartiere è diventato di interesse per tanti. Vorremmo capire per chi”.
Temono “gli effetti che il transito e lo stazionamento di numeri elevati di turisti e fruitori della ‘movida’ avranno sulla capacità reale di utilizzo dello spazio del quartiere così trasformato”. “Pertanto – scrivono – chiediamo all’amministrazione trasparenza nelle comunicazioni riguardo tempistiche, durata e modalità degli interventi, con data certa di inizio e fine dei lavori. Che sia garantito l’accesso auto a residenti, disabili, operatori, commercianti e ristoratori, che sia garantito un numero adeguato di parcheggi, non a pagamento, riservato ai residenti o, in alternativa, che si provveda a istituire una Ztl che permetta ai residenti di accedere e agli esercenti di operare. Che sia garantito un congruo indennizzo per coprire i danni arrecati agli esercenti durante lo svolgimento dei lavori. Nonché di inserire interventi per gli abitanti, biblioteca, parco giochi, centro di aggregazione “qualora eccedessero fondi da spendere”.
Chiedono, infine, un incontro con il neo assessore all’Urbanistica, Luca Sangiorgio, “per spiegare le nostre ragioni e avviare una concertazione, per fare comprendere all’amministrazione le esigenze di questo quartiere, ricco di storia ma soprattutto di persone”.
Durata dei lavori stimata di circa due anni
Assessore che si dichiara subito “Disponibilissimo a un incontro”. Il progetto, di 3,5 milioni di euro circa, è finalizzato al recupero della zona e alla migliore vivibilità – afferma il rappresentante della giunta comunale, che sottolinea come la concertazione ci sia stata, “presso il Palazzo della Cultura con la partecipazione di studenti del Convitto Cutelli e di alcuni residenti del quartiere”. “L’iniziativa – continua Sangiorgio – rientra in un quadro programmatico più ampio, frutto della sinergia tra Porto, Città Metropolitana e Comune, e utilizza risorse residuali provenienti da una previsione ministeriale risalente al 2012: somme che, se non impiegate tempestivamente, andrebbero irrimediabilmente perdute per la collettività. Quanto alla tempistica dell’intervento, i lavori prenderanno avvio nel più breve tempo possibile, subordinatamente all’acquisizione della fideiussione da parte dell’impresa aggiudicataria, e avranno una durata stimata di circa due anni”.
“Naturalmente, tutte le categorie aventi diritto – residenti, persone con disabilità, operatori economici – conserveranno la possibilità di accesso durante l’esecuzione dei lavori, seppure secondo modalità compatibili con le esigenze cantieristiche”, assicura, sottolineando ancora una volta la volontà di “restituire al quartiere infrastrutture viarie più dignitose e spazi maggiormente vivibili”. Per quel che riguarda le altre richieste, Sangiorgio evidenzia come “ pur condividendone lo spirito – conclude – non posso esimermi dal rilevare come ciascuna di esse configuri, di per sé, un progetto autonomo che richiederebbe stanziamenti dell’ordine di milioni di euro”.

