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Catania, l’accusa di mafia per due esponenti del clan Pillera-Puntina: c’è anche il figlio del boss

Catania, l’accusa di mafia per due esponenti del clan Pillera-Puntina: c’è anche il figlio del boss
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La vicenda che riguardava gli indagati risaliva a novembre 2023, nell’ambito dell’operazione Doppio Petto.

La Polizia di Stato di Catania ha eseguito l’applicazione di misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di due esponenti del clan Pillera-Puntina. Il primo è Giuseppe Russo, classe 1999, mentre il secondo è Francesco Ieni, classe 1982.

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La vicenda processuale che ha riguardato i due indagati risaliva al novembre del 2023. Il Gip presso il Tribunale di Catania aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 18 soggetti. L’operazione, eseguita l’1 dicembre 2023, era stata convenzionalmente denominata “Doppio Petto” dalla Squadra mobile della Questura di Catania.

Clan Pillera-Puntina, in carcere due esponenti

I 18 soggetti erano gravemente indiziati, a vario titolo e con differenti profili di responsabilità, di diversi reati, come detenzione e porto di armi comuni da sparo. Ma anche estorsione aggravata dal metodo mafioso, usura, trasferimento fraudolento di valori e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante dell’essere l’associazione armata, nonché di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Con tale provvedimento, il G.I.P. aveva deciso per la misura custodiale per alcuni dei reati sopra citati, ma aveva rigettato la richiesta per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. e per l’aggravante mafiosa. Il gip infatti, non riteneva sussistenti gravi indizi in ordine alle attività illecite perpetrate dagli indagati, tra i quali figuravano i due, Giuseppe Russo e Francesco Ieni. Il padre di quest’ultimo, Maurizio Giacomo Ieni era, inoltre, promotore e capo del clan di riferimento Pillera-Puntina.

Le misure

Ora, in accoglimento dell’appello proposto dal Pubblico Ministero, la Quinta Sezione Penale del Tribunale di Catania ha ritenuto che entrambi gli indagati sarebbero stati pienamente organici al sodalizio mafioso e, quindi, coinvolti nelle attività criminali dell’organizzazione.

In ragione di quanto premesso, il Tribunale di Catania ha applicato ad entrambi la misura cautelare della custodia in carcere che è stata notificata ai destinatari, RUSSO e IENI, già ristretti in carcere.