Home » Cleo Li Calzi: “Pnrr sia acceleratore di cambiamento per recuperare nostri ritardi strutturali”

Cleo Li Calzi: “Pnrr sia acceleratore di cambiamento per recuperare nostri ritardi strutturali”

Cleo Li Calzi: “Pnrr sia acceleratore di cambiamento per recuperare nostri ritardi strutturali”
pnrr

Cleo Li Calzi, responsabile Pnrr del Partito democratico siciliano: “Cambiare passo”. “70% appalti derogano su occupazione donne e giovani. Bruttissimo segnale”

PALERMO – Il Pnrr mette in moto 191,5 miliardi di euro utili al rilancio del Sistema Paese, puntando a dare risposte concrete a problematiche territoriali, di genere e generazionali che rendono fragile il nostro Paese, con picchi di esposizione per le regioni meridionali. Non si tratta della classica politica dell’hic et nunc, ma di un piano omnicomprensivo che pone in modo sempre più stringente il bisogno di spendere bene. Ne parliamo con Cleo Li Calzi, responsabile Pnrr del PD Sicilia.

Cleo Li Calzi: “Pnrr sia acceleratore di cambiamento per recuperare nostri ritardi strutturali”

Continuano a farsi avanti ipotesi di revisione del Piano, sebbene vi siano delle scadenze ravvicinate alle quali si deve far fronte. Che situazione abbiamo davanti ai nostri occhi?
“Revisione non significa riscrittura del Piano e nemmeno spostamento in avanti delle scadenze. Le modifiche al Pnrr ai sensi dell’art. 21 del Reg. Ue 2021/241 devono essere giustificate da circostanze oggettive ed essere valutate dalla Commissione Ue come necessarie per raggiungere le finalità del NextGenerationEU. Il Governo ha deciso di prendersi tutto il tempo disponibile (fino a fine agosto) spostando ogni decisione all’autunno 2023, a ridosso del semestre bianco del Parlamento Europeo. Questo renderà tutto più complesso. Preoccupano le prime ipotesi di revisione proposte dal MIT per circa 7 miliardi, che lascerebbe fuori due lotti della tratta ferroviaria Palermo-Catania-Messina, già impossibile da percorrere su gomma o in treno. Un’opera annunciata dal Ministro il 23 marzo scorso e già messa in discussione”.

La legge 108/2021 ha previsto che almeno il 30% della nuova occupazione creata dai progetti del Pnrr fosse coperta da donne o da giovani. Dalla Relazione Anac emerge che quasi il 70% degli appalti di Pnrr e Piano Nazionale di Coesione hanno derogato a tale clausola. Come ci si confronta con questa situazione?
“È un bruttissimo segnale. Il Piano nasce per intervenire sui divari occupazionali che riguardano donne e giovani. Il dispositivo di quota è obbligatorio e vincolante per tutti gli operatori economici aggiudicatari di bandi Pnrr e PNC, ma la misura per essere operativa deve essere inserita e disciplinata dalle stazioni appaltanti all’interno dei bandi di gara (Linee guida del DM 7.12.22). È stato però lasciato ampio margine di discrezionalità nella scelta e nella modalità di applicazione della misura. Alle stazioni appaltanti è stata lasciata facoltà di deroga e questo alto tasso di disapplicazione contrasta con la natura stessa della quota, che sembrerebbe addirittura esercitare una funzione contraria agli obiettivi per cui è sorta. Questo è ancora più preoccupante in Sicilia, regione che in Europa detiene il record di disoccupazione femminile e di Neet, oltre all’emigrazione di tanti giovani che vanno a intercettare possibilità occupazionali che al Sud vengono negate”.

La realizzazione del Pnrr impatta sul presente e sul futuro di siciliani e siciliane. Al Pnrr è affidata la capacità di creare sviluppo e occupazione. Qual è la situazione oggi in Sicilia? Vedremo almeno in Sicilia le opposizioni lavorare insieme?
“Il Pnrr è un programma di portata e ambizioni inedite e come tale va compreso e attuato. Ha modalità, finalità e meccanismi di governance diversi dai fondi strutturali, che pure in Sicilia non sempre abbiamo saputo utilizzare massimizzandone l’efficacia. Solo spostando la prospettiva, dalle risorse da spendere ai cambiamenti da realizzare, il Pnrr può davvero essere la via per recuperare i ritardi strutturali della Sicilia. L’attenzione deve essere rivolta non alla spesa, ma alla spesa funzionale alla ripresa. Perché ciò avvenga si devono unire le forze mettendoci tutti al servizio per fare del Pnrr un acceleratore di cambiamento che doti la Sicilia di quel grande Piano di sviluppo di cui si sente da sempre parlare, ma non si è mai visto attuare. Oggi le risorse ci sono, ma serve rapidamente cambiare passo, dotando la regione di una visione programmatoria che realizzi quel contratto di performance richiesto dal PNRR. Altrimenti vedremo solo aumentare la forbice tra la Sicilia e le altre economie”.