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Clima mite abbassa prezzi ingrosso ortofrutta, cime rapa -21,8%

Clima mite abbassa prezzi ingrosso ortofrutta, cime rapa -21,8%

Cresce produzione ma consumi non decollano

Roma, 14 nov. (askanews) – Continua la tendenza al ribasso dei prezzi all’ingrosso sul 2024 per l’ortofrutta, complice il clima mite che ha favorito la produzione ma non stimolato i consumi. E’ quanto emerge dal bollettino settimanale de La Borsa della Spesa, il servizio realizzato da BMTI e Italmercati. E’ in ripresa il mercato delle castagne, con una domanda in aumento per i marroni. I prezzi all’ingrosso si attestano intorno ai 4,50 euro/kg per la pezzatura medio-piccola (-10% rispetto al 2024), e 5,50 euro/kg per quella più grande.

Per quanto riguarda i melograni, nonostante l’aumento della produzione, la domanda contenuta ha portato i prezzi a scendere del 5,7% in una settimana, a 1,50 euro/kg. I cachi, la cui produzione è concentrata in particolare in Campania ed Emilia-Romagna, hanno un andamento regolare; la varietà Vaniglia è prezzata all’ingrosso intorno a 1,20 euro/kg. Continua la produzione delle mele: la varietà Annurca campana ha prezzi in linea con il 2024, tra 1,50 euro/kg per le mele di dimensioni medie e 2 euro/kg per le più grandi. Un’altra varietà in entrata è la Renetta del Canada, all’ingrosso intorno a 1,70 euro/kg.

Le clementine miglorano sia in termini di produzione sia di richiesta. I prezzi all’ingrosso vanno da 0,90 euro/kg per la pezzatura più piccola a 1,50 euro/kg per le più grandi, con le clementine delle zone vocate calabresi intorno a 2 euro/kg. In generale si registra un calo del 5,1% rispetto alla scorsa settimana e del 10,4% rispetto ad un anno fa. Tra gli ortaggi, convenienti le cime di rapa, presenti nei mercati in grandi quantitativi con prezzi all’ingrosso in calo del 21,8% rispetto a dodici mesi fa, tra 1,20 e 1,40 euro/kg. I cavolfiori godono di produzione abbondante e buona qualità: il bianco è disponibile intorno a 1,30 euro/kg (-7,4% in una settimana) mentre il romanesco intorno a 1,40 euro/kg. Domanda debole per i finocchi di produzione campana e pugliese con prezzi all’ingrosso scesi da 2 euro/kg a 1,20 euro/kg (-11% rispetto ad una settimana fa e -23,4% su2024). Procede la produzione degli spinaci, con prezzi a 1,20 euro/Kg (-4,8% su base annua). In calo la domanda per le zucche: la Butternut è a 0,70 euro/kg, la Delica a 1,00 euro/kg e la lunga Violino a 0,80 euro/kg.

Sul fronte ittico, si segnala ancora il fermo pesca nel Tirreno. Tra i prodotti consigliati le mazzancolle, tipiche di novembre, con prezzi all’ingrosso bassi, da 12 a 16 euro/kg a seconda della pezzatura e della provenienza. Abbondano i calamari dell’Adriatico, quotati all’ingrosso da 18 a 20 euro/kg, quelli grandi e intorno ai 15 euro/kg i più piccoli, confermando un calo del 6,3% in una settimana. L’alaccia, un pesce tipico dell’Adriatico, è disponibile all’ingrosso a circa 2,50 euro/kg, in ribasso del 24,9% rispetto ad una settimana fa. Prezzi convenienti anche per i tonnetti alletterati, intorno ai 7 euro/kg. Quantitativi in aumento e prezzi in calo per le triglie di fango, a circa 3,00 euro/kg le piccole e 8 euro/kg le grandi. Regolari i prezzi delle vongole lupino, a 5 euro/kg.

Per quanto riguarda le carni, per le avicole prezzi all’ingrosso invariati rispetto alla scorsa settimana. I prezzi del petto di pollo oscillano tra 7,90 e 8,20 euro/kg e quelli della fesa di tacchino tra 9,20 e 9,40. Continua a diminuire il prezzo all’ingrosso dei quarti posteriori di vitellone, con il prezzo all’ingrosso tra 9,43 e 9,83 euro/kg.