A Isola Catania il bilancio del festival europeo dell’imprenditorialità giovanile Gen-E organizzato da Junior achievement. Il presidente Perdichizzi: “Puntiamo a innovare la didattica e la prassi”
CATANIA – A Isola Catania si tirano le somme del festival europeo dell’imprenditorialità giovanile Gen-E, organizzato da Junior Achievement Europe e JA-Italia lo scorso luglio, e si gettano le basi per nuovi progetti che contrastino la dispersione scolastica, promuovano lo sviluppo di competenze e favoriscano le scelte consapevoli degli studenti.
I traguardi di Gen-E
“Siamo reduci dal lavoro importante dello scorso anno con JA e siamo soddisfatti della sua riuscita – ha detto durante l’incontro Coalizione scuola Antonio Perdichizzi, presidente di JA Italia e Isola Catania – ma altrettanto consapevoli che il lavoro vero inizi adesso. Vogliamo costruire un’infrastruttura solida con la massima urgenza, perché ogni mese o anno in cui non siamo efficaci, ci sono migliaia di giovani che restano nel limbo”. Il festival ha invertito la tendenza secondo cui debba essere una realtà locale ad adottare un’ottica globale. “Abbiamo l’obiettivo di portare le competenze dove ce n’è maggior bisogno, come in Sicilia. E qui serviva anche un’accelerazione da parte delle istituzioni che, per questo, dovevano essere coinvolte – ha spiegato Miriam Cresta, Ceo di JA Italia –. Quelle tre giornate hanno coinvolto migliaia di ragazzi provenienti da tutta Europa, comportato un investimento di 800 mila euro nella filiera produttiva della Città metropolitana di Catania, interessato 10 strutture alberghiere e oltre 10 aziende e filiere produttive. Ma soprattutto l’evento ha fatto sì che i giovani abbiano cominciato a vedere in modo diverso il loro futuro”.
Un’università per tutti
L’Università di Catania, che ha ospitato Gen-E, da diverso tempo è impegnata nella lotta alla dispersione scolastica e al contrasto della “fuga dei cervelli”. “Due anni fa, con i fondi del Pnrr – ha spiegato la responsabile del progetto OUI, Maria Violetta Brundo – abbiamo potuto avviare un grande progetto di orientamento formativo, ‘OUI-Ovunque’ da qui per far crescere il numero di iscritti. Abbiamo cercato di spiegare ai ragazzi perché sia importante iscriversi all’università, ma soprattutto le opportunità che ci sono per coloro che avessero difficoltà d’accesso, per motivi economici, di apprendimento o di altra natura. Così i ragazzi hanno partecipato ad attività di orientamento a teatro, presso archeologi e tanto altro. Con un nuovo progetto con Isola, ‘Direzione Sud’, speriamo poi favorire l’imprenditorialità e coinvolgere le imprese locali, per fa sì che i giovani restino sul territorio, colgano le sue opportunità e lo promuovano”. Isola Catania sta partecipando al bando Polaris con l’Università di Catania. Il progetto presentato, da 1 milione di euro, potrebbe presto incentivare le competenze richieste dal settore Ict e Stem.
Il futuro parte dall’educazione dei più piccoli
Ancora progetti in cantiere per sostenere i giovani, a partire dalla scuola: “Con l’Ufficio scolastico regionale abbiamo avviato un protocollo che partirà quest’anno e avrà durata triennale – ha fatto sapere Alessandra Barraco, project manager di JA Italia –. Ciò consentirà un monitoraggio attento tra il primo e il secondo ciclo della scuola secondaria di secondo grado, dove si verifica il maggior tasso di dispersione scolastica. Questo modello aspira a diventare un protocollo nazionale”.
Particolare attenzione sarà riservata all’educazione civica, come precisato da Ornella Campo, dirigente tecnica dell’Usr. Viene difficile, però, pensare di formare cittadini responsabili e attivi, di promuovere la loro partecipazione alla vita civica, culturale e sociale della comunità, guardando i cortili vuoti delle scuole primarie statali di Catania, osservando bambini di 6 anni costretti a rimanere seduti anche per 6 ore consecutive. Al contrario, nelle scuole private la ricreazione in libertà all’aria aperta e l’interdisciplinarietà degli insegnamenti sembrano le parole d’ordine per crescere individui che sappiano rapportarsi correttamente con gli altri e con l’ambiente, nonché integrare il loro sapere.
Esiste un protocollo di JA Italia che, in qualche misura, renda uniforme il trattamento riservato ai più piccoli nei diversi istituti? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Perdichizzi, che ci ha risposto così: “I nostri tanti programmi hanno l’obiettivo di provare a innovare la didattica e le prassi. Per esempio, portando l’imprenditorialità a scuola, puntiamo a favorire il lavoro di gruppo e l’impiego di un set di metodologie diverse. Stare accanto alla scuola può voler dire anche questo, contaminarla con nuove idee e portare a bordo docenti, dirigenti scolastici e insegnanti. Poi per il resto ci sono le istituzioni, il ministero. Esistono già dei piani Marshall per avere, per esempio, un giusto utilizzo delle tecnologie a scuola, come quelle acquistate con i fondi del Pnrr, cercando di ridurre i divari più grandi”.
Per perseguire i suoi obiettivi, da oggi Coalizione scuola si avvarrà pure del supporto della fondazione Snam. “La nostra realtà si occupa di contrastare la povertà energetica, educativa e alimentare – ha detto Livia Pasquale, project manager di Snam –. Dove possibile cerchiamo l’integrazione della nostra azione e in Coalizione scuola vogliamo riuscire ad aiutare i ragazzi a non abbandonare le loro aspirazioni”.