Roma, 11 dic. (askanews) – Il 70% degli italiani giudica le scelte politiche dell’Unione Europea, guidata dalla Commissione Von der Leyen, distanti dai propri interessi reali, frutto di una tecnocrazia ormai lontana dalle dinamiche concrete di imprese e lavoro e dagli interessi delle persone, espressione di un modello istituzionale vissuto come uno svuotamento della democrazia. Ad affermarlo è un’indagine Coldiretti/Censis diffusa in occasione dell’Assemblea nazionale in corso a Roma con il presidente e il segretario generale, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, assieme al ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il PNRR Tommaso Foti e al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, collegato da Bruxelles.
Per l’occasione Coldiretti ha presentato le sue proposte per un’Europa diversa, che sappia colmare il deficit democratico causato dalle scelte della Commissione Europea, organo non eletto che detiene ormai il monopolio legislativo, mentre il Parlamento Europeo risulta marginale e spesso ignorato. Proposte che saranno al centro della grande manifestazione in programma il prossimo 18 dicembre a Bruxelles.
L’esempio più evidente, sottolinea la confederazione agricola, è il bilancio 2025, che sottrae 90 miliardi agli agricoltori per destinarli al riarmo franco-tedesco. Una scelta che secondo il Censis incontra la netta contrarietà degli italiani: il 76% ritiene che l’UE non debba tagliare fondi ad agricoltura e welfare per finanziare spese militari, secondo il Censis. Un’opinione maggioritaria in tutti i gruppi sociali e territori. Le élite tecnocratiche, si sottolinea, hanno potuto muoversi eludendo di fatto i normali canali di partecipazione democratica, protette da un’architettura istituzionale opaca e concentrate nella ricerca di consenso all’interno di una cerchia ristretta di interlocutori. Questo ha ampliato il divario tra Bruxelles e i cittadini europei e, più in generale, tra le persone e la politica, come dimostra il calo costante della partecipazione al voto.
“Non è solo colpa di Bruxelles, nessuno lo pensa, ma siamo di fronte a un’Europa in coma, diventata vaso di coccio sullo scenario internazionale, che ha bisogno di essere rianimata, nel suo progetto di sviluppo economico e nella sua ambizione a una pace duratura”, ha sottolineato il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo. “Non abbiamo la pretesa di fornire soluzioni, ma di rappresentare bisogni diffusi e lavorare affinché siano recepiti. Tra questi non c’è il bisogno di meno Europa, ma di un’Europa diversa”.
“L’attuale Commissione è talmente slegata dalla realtà da non aver compreso che il cibo è un elemento strategico, che vale molto più delle armi, poiché assicura la sovranità alimentare all’intero continente ha aggiunto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini mentre la Von der Leyen vuole rendere l’Europa sempre più dipendente dalle importazioni da Paesi che non rispettano le stesse regole imposte agli agricoltori europei. È il segno di una totale incapacità dell’esecutivo UE di pensare da grande potenza, mentre realtà come gli USA e la Cina aumentano gli investimenti nella produzione agricola”.

