Roma, 11 dic. (askanews) – La scelta dell’Italia come sede dell’Authority doganale sarebbe quella più logica considerato che il nostro Paese ha il primato della sicurezza alimentare, con i prodotti agroalimentari che sono 9 volte più sicuri rispetto a quelli importati. E’ il commento di Coldiretti e Filiera Italia sulla presentazione ufficiale a Bruxelles della candidatura italiana, alla presenza dei ministri dell’Economia e dell’Agricoltura, Giancarlo Giorgetti e Francesco Lollobrigida, e del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
L’iniziativa raccoglie una proposta di Coldiretti presentata al Villaggio di Bologna e rappresenta “un’occasione storica per un cambiamento profondo nella gestione dei controlli sui prodotti alimentari che entrano nell’Unione Europea”. L’attuale sistema, che affida ai singoli Stati membri la scelta delle verifiche – osserva Coldiretti – genera spesso margini di discrezionalità, che finisce per permettere di far a transitare di tutto, in violazione dei principi di reciprocità normativa e di tutela della sicurezza alimentare dei consumatori.
Un quadro che penalizza profondamente l’agricoltura italiana, riconosciuta per i propri primati di qualità e unicità. “Le imprese agricole nazionali, sottoposte ogni anno a innumerevoli controlli, devono così sopportare anche l’ingiustizia di vedere immesse sul mercato merci prodotte con pesticidi e antibiotici vietati da tempo nell’Unione europea”, spiega Coldiretti.
“Occorre arrivare a un sistema di controllo che copra il 100% dei prodotti, concentrandosi in particolare sulle filiere che risultano già compromesse all’origine. Va riconosciuto al ministro dell’Agricoltura Lollobrigida il merito di aver dato seguito a una nostra richiesta. Non è accettabile che l’agricoltura con il maggior tasso di distintività e potenziale venga continuamente esposta ad attacchi che ne mettono a rischio il valore”, dichiara il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo.
“Non si possono imporre regole stringenti ai nostri produttori e poi spalancare le frontiere a chi produce senza rispettarle. È inaccettabile, se si confronta la mole di verifiche cui sono sottoposte le nostre aziende con la leggerezza riservata alle merci provenienti dall’estero. La mancanza di reciprocità delle regole finisce per mettere in ginocchio il made in Italy a tavola, con effetti rischiosi anche per la salute dei cittadini” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
“Le prossime sfide del settore agroalimentare, fra cui gli accordi con il Mercusur e l’ lndia, possono trasformarsi in grandi opportunità oppure portare allo smantellamento dei nostri settori produttivi, la differenza del risultato dipenderà dall’esistenza di una vera reciprocità. Serve un database unico comune a tutti o Paesi, un sistema di gestione del rischio in tempo reale e coordinato, un sistema di controllo dell’effettivo livello di controllo da parte dei singoli Stati membri. Insomma, un vero sistema europeo di controllo doganale che oggi non esiste” aggiunge Luigi Scordamaglia, Capo Area Mercati, Internazionalizzazione e Politiche europee Coldiretti e Ad Filiera Italia, che ha preso parte alla presentazione in rappresentanza del settore agroalimentare italiano.
