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Colf e badanti, c’è il rinnovo del contratto: costi in aumento di oltre 230 euro al mese per le famiglie

Colf e badanti, c’è il rinnovo del contratto: costi in aumento di oltre 230 euro al mese per le famiglie
Colf (Imagoeconomica)

Tra pochissimo, dal prossimo 1 novembre, entra in vigore l’accordo e le spese per chi darà lavoro potrà crescere parecchio ma restano bonus e agevolazioni fiscali con detrazioni fino a 1.549 euro l’anno per ogni collaboratore

È stato firmato il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro domestico. La sigla a Milano tra sindacati e associazioni datoriali porta tante novità ma anche costi per chi assume. Tra pochissimo, dal prossimo 1 novembre, infatti, entra in vigore l’accordo e le spese per le famiglie che daranno il lavoro potrà crescere fino a 230 euro al mese. Si tratta di livelli medi, tra nuovi minimi salariali, rivalutazione Istat e maggiori oneri contribuitivi.

L’intesa, firmata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Federcolf e dalle associazioni Fidaldo e Domina, interessa più di 817mila lavoratori: colf, badanti e baby sitter che operano nelle case di milioni di italiani. Il nuovo contratto punta a valorizzare il ruolo di queste figure riconoscendo per la prima volta aumenti strutturali e diritti finora esclusi dal comparto.

Rinnovo del contratto di colf e badanti: i costi in più per i datori di lavoro

Secondo quanto previsto dall’accordo, il livello medio BS vedrà un aumento di 100 euro lordi mensili a regime, cui si somma un recupero di 135,75 euro per l’adeguamento al costo della vita registrato tra il 2021 e il 2025.

In totale la retribuzione minima potrà crescere di oltre 230 euro. Un impatto significativo per molte famiglie che impiegano personale domestico, specialmente per chi ha più rapporti di lavoro o richiede assistenza a tempo pieno.

L’intesa prevede inoltre un aumento della rivalutazione annuale dei minimi retributivi, che passa dall’80 al 90% dell’indice Istat, garantendo aggiornamenti più rapidi al variare dell’inflazione.

Chi lavora in casa avrà nuove tutele

Non c’è solo l’aspetto economico però. Il contratto introduce importanti novità normative. Per la prima volta, i lavoratori domestici potranno usufruire di permessi retribuiti per assistere familiari con disabilità gravi, un diritto finora negato perché il settore era escluso dalla legge 104 del 1992. Sono previsti anche nuovi sostegni alla genitorialità, con maggiori tutele per maternità e paternità e la possibilità di conciliare lavoro e vita privata.

Viene infine rafforzata la formazione certificata promossa da Ebincolf, con il contributo che passa da 11 a 30 euro, a testimonianza della volontà di professionalizzare il comparto.

I bonus e le agevolazioni 2025 per le famiglie

Per compensare l’aumento dei costi, le famiglie potranno continuare a usufruire delle agevolazioni fiscali previste nel 2025. Restano in vigore le detrazioni per le spese di colf e badanti (fino a 1.549,37 euro l’anno) e le deduzioni dei contributi previdenziali fino a 1.549 euro per ogni collaboratore.
Inoltre, il bonus baby sitter e i crediti contributivi per assistenza agli anziani rientreranno tra le misure di sostegno previste nella legge di bilancio, secondo quanto anticipato dal Ministero del Lavoro. Questi strumenti permetteranno di alleggerire parzialmente il peso economico per le famiglie datrici di lavoro, soprattutto in presenza di contratti regolari e di lunga durata.

La soddisfazione dei sindacati

Soddisfatti i sindacati: “L’accordo costituisce un importante passo in avanti verso il riconoscimento del valore sociale e professionale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore domestico, figure essenziali ma spesso invisibili”, hanno sottolineato Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf in una nota congiunta.

Stesso pensiero per la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, che sui social ha definito il rinnovo “un riconoscimento sociale importante per un comparto essenziale nella vita di milioni di famiglie che rafforza il valore del Ccnl come strumento di inclusione, equità e progresso sociale”.

Cosa cambia per le famiglie dall’1 novembre

Il nuovo contratto entrerà ufficialmente in vigore dal 1° novembre. Oltre agli aumenti retributivi, comporterà una revisione dei minimi ogni anno e un aggiornamento più rapido in base all’inflazione.
Per i datori di lavoro sarà quindi necessario rivedere i contratti in corso, verificare le tabelle retributive e pianificare con anticipo gli adeguamenti.

Sul piano sociale, invece, l’intesa segna un passo verso una maggiore trasparenza e regolarità nel settore domestico, con benefici attesi anche in termini di tutela previdenziale e riconoscimento professionale.