Nel corso della giornata che ha visto collettivi universitari in varie città italiane esprimere opinioni di dissenso verso le collaborazioni con lo stato di Israele, con specifica contestazione verso i contratti di fornitura sistemi d’arma che l’Italia mantiene nel corso della guerra in Palestina, anche a Palermo si è assistito ad un flash mob di contestazione. In questo caso, verso la collaborazione accademica tra UniPa e con lo stato di Israele.
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Il Collettivo Universitario Scirocco ieri ha “sanzionato” il rettorato di Palermo a Palazzo Steri con uno striscione: “Unipa complice del genocidio. Basta accordi!”. L’affissione dello striscione è stato accompagnato da secchiate di vernice rossa, come il sangue, che “ricordano le vittime del genocidio in corso in questo momento in Palestina – ha affermato il collettivo – e le responsabilità e la complicità dell’Università di Palermo nei rapporti con gli atenei israeliani e con le aziende come Leonardo S.p.A.”.
L’iniziativa è stata la manifestazione di dissenso che ha accompagnato un appello rivolto alle istituzioni, motivato e dettagliato, in nome della rete di studenti, docenti e lavoratori dell’Università di Palermo.
“Sull’onda delle forti mobilitazioni degli scorsi mesi contro lo scenario di guerra diffusa a livello globale e il genocidio messo in atto da Israele nei confronti del popolo palestinese – si legge nella nota del collettivo – nelle scorse settimane le università di Torino, Bari e Pisa hanno accolto la richiesta delle proprie comunità universitarie di non sottoscrivere il bando ministeriale MAECI 2024 che dovrebbe finanziare nei prossimi anni alcune delle attività di cooperazione scientifica, tecnologica ed industriale tra università italiane ed israeliane”.
In particolare, il Collettivo Universitario Scirocco pone l’attenzione su uno specifico accordo – attualmente attivo tra l’Università di Palermo e gli atenei israeliani – che riguarda l’ateneo del capoluogo siciliano e l’Università di Afeka (protocollo KA171, a.a.2022/2025).
Il collettivo che ieri ha versato vernice color sangue davanti palazzo Steri a Palermo ritiene “sia vergognoso che ancora all’Università di Palermo vi siano accordi di collaborazione con le università israeliane e pretendiamo che vi sia una netta presa di posizione da parte del Rettore e del Senato Accademico contro il genocidio operato dall’entità sionista di Israele ai danni del popolo palestinese, e contro la messa a disposizione della ricerca per le fabbriche di morte come Leonardo S.p.A che riforniscono di armi e tecnologie militari e di controllo gli Stati guerrafondai di tutto il mondo”.
Nella protesta degli studenti universitari non c’é solo l’Ateneo nel suo insieme ma anche un docente indicato nel manifesto che ha accompagnato il flash mob: “Antonello Miranda, un professore delegato a coadiuvare il Pro Rettore alla internalizzazione nella cura dei rapporti con le Istituzioni politiche e diplomatiche internazionali e che insegna diritto privato comparato e dell’UE. Costui fa parte della fondazione culturale Med Or, presieduta da Minniti, che è una fondazione nata per iniziativa di Leonardo S.p.A. volta alla promozione della ricerca scientifica e alla sua applicazione militare nello scenario mediterraneo e mediorientale”.
La manifestazione esperita ieri non appare una mera adesione alle manifestazioni attuate in altri atenei nazionali, ma assume infine i contorni di una chiamata alla lotta pacifica contro la complicità denunciata dagli studenti universitari, già definita “genocidio” nel caso di Gaza dall’ONU e oggetto del procedimento in corso all’Aja su denuncia dello stato del Sud Africa che ha chiamato in causa la Corte di Giustizia Internazionale.
Al contempo, il collettivo palermitano chiede che l’Università di Palermo ponga in essere cinque punti inalienabili perché la protesta verso l’Ateneo abbia fine: