Moltiplicate le piazze di spaccio, affari da 100 mila € al mese e logistica “da film"
ROMA – Una famiglia “modello effettivo di un sistema criminale organizzato”. Questo il ritratto dei Casamonica secondo l’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri dai carabinieri della Compagnia Casilino e che ha portato a 22 arresti. Il giudice Maria Paola Tomaselli sottolinea nel provvedimento che non si è in presenza di una “occasionale attività criminosa” bensì di un qualcosa capace di essere qui spaccio e là estorsione.
L’aspetto che ha destato più impressione negli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia è poi dato dal progressivo allargarsi a macchia d’olio delle sfere d’influenza del clan e del moltiplicarsi delle ‘piazze di spaccio’. Dall’originaria Porta Furba fino a quasi tutta Roma Sud, dal Casilino a Tor Marancia, passando per Anagnina, Appio Latino, Tuscolano e Garbatella e l’Eur.
Quel che emerge dal provvedimento giudiziario sollecitato dall’aggiunto Michele Prestipino e dal pm Giovanni Musarò è una una rete di accordi tra i boss e gruppi più piccoli che gestivano lo smercio della droga, con rifornimenti di cocaina che arrivava direttamente dalla Colombia, secondo uno schema calabrese. è l’episodio isolato nei mesi scorsi e che ha già portato a numerosi arresti sul carico da 7 tonnellate di polvere bianca fatta arrivare a Roma dopo uno scalo in Svizzera, con aerei privati ed una logistica da film.
Al vertice del traffico internazionale di droga che riforniva la città, c’era il boss, Salvatore Casamonica, già arrestato nel luglio del 2018, e tuttora detenuto in regime di 41 bis a Sassari. Il gip aggiunge: “Il dato di novità che emerge dalle investigazioni condotte nell’odierno procedimento consiste nel fatto che i Casamonica agiscono, per la relizzazione dei fini del progrmma associativo, in base ad una struttura ramificata sul territorio ed articolata in più piazze di spaccio, ma pur sempre operanti in un contesto unitario assicurato dal costante raccordo tra i vari soggetti posti al vertice delle rispettive articolazioni (Domenico, Massimiliano e Salvatore “Andrea” Casamonica)”.
Le ordinanze sono state eseguite a Roma, ma anche a Trapani, Foggia, Voghera (PV), Paola (CS), Nuoro e Tornimparte (AQ). I carabinieri sottolineano che l’indagine, partita da gennaio 2017, ha consentito di accertare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, strutturata su un gruppo criminale a connotazione familiare che operava principalmente nei siti di via del Quadraro e Porta Furba a Roma, entrambi gestiti dai “Casamonica”, punti di smistamento di cocaina al dettaglio e importanti punti di snodo dei traffici di stupefacente.
L’organizzazione, oltre ai capi riconducibili ai Casamonica, era costituita da altri individui, tutti italiani, ai quali il Clan aveva affidato ruoli e compiti ben precisi. è stato stimato – si spiega – un volume d’affari pari ad oltre 100.000 euro al mese.
“Droga e mafia, altri 22 arresti ai danni dei Casamonica, altro successo contro questi delinquenti. Grazie ai carabinieri e a chi difende gli Italiani dalla droga e dalla violenza, andiamo avanti!”. Così su Twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Conclusione indagini per 60
Partirà un maxi- processo
Gli inquirenti della Procura di Roma stanno per formulare l’avviso di conclusione indagini per oltre 60 persone appartenenti del clan Casamonica, in relazione alle due inchieste condotte dalla Dda capitolina (una risalente al 17 luglio 2018 e una dello scorso aprile). Gli atti sono stati istruiti dal procuratore aggiunto Michele Prestipino ed il pm Giovanni Musarò.
I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso, al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, usura ed estorsione aggravati dal metodo mafioso.