CATANIA – “La mente può esistere senza il corpo, Chris?”. Se lo chiede Alan Mathison Touring nell’ultima scena di “Enigma”, spettacolo in cui si narra la vicenda umana di questo straordinario matematico, uno dei padri dell’informatica, che scoprì come decrittare i messaggi segreti dei tedeschi creati da una complicatissima macchina chiamata appunto Enigma. Disvelare, far conoscere la verità. Era questa la meta di Touring, morto nel 1954 a causa della sua omosessualità: una storia emblematica dell’atteggiamento persecutorio del Potere nei confronti di tutto ciò che è diverso.
A meno che la diversità non consenta di vincere le guerre, ma va comunque tenuta nascosta. Perché può far paura, come la verità. Quella che, oggi, incute l’Intelligenza Artificiale di cui tutti parlano e che era stata ipotizzata 75 anni fa proprio da Touring in un saggio pubblicato sulla rivista Mind.
Il Chris al quale Touring – un coinvolgente Peppino Mazzotta – ripete la domanda che si ponevano fin da ragazzi, era come lui omosessuale e innamorato dei numeri. Ma sarebbe morto giovanissimo. E lui, Touring, avrebbe continuato a chiedersi dove fosse finita la mente dell’amico.
La storia di Alan Turing nei teatri italiani
È questo, probabilmente, il più grande degli enigmi, finora senza soluzione, contenuti nell’affascinante spettacolo prodotto dai teatri Vittorio Emanuele di Messina, Biondo di Palermo e Tieffe Milano e diretto da Giovanni Anfuso. Una narrazione che – sulla scenografia di Alessandro Chiti, tra schermi a led, un palcoscenico rotante con al centro un tavolo che diventa scalinata, lavagna su cui scrivere, letto in cui nuotare tra calcoli matematici – procede per flash back, seguendo il testo teatrale Breaking the Code, scritto nel 1986 da Hugh Whitemore.
E che ha il suo culmine nella scena, perfettamente orchestrata dal regista, dell’appassionata lite tra Touring e Dillwyn Knox – un magnifico Maurizio Marchetti – cattedratico di Cambridge che accoglie il giovane matematico nel gruppo di scienziati di Bletchley incaricato dai servizi segreti di decrittare i messaggi tra le potenze dell’Asse.
“Credo che lei – dice Knox al Touring paladino della verità – dovrebbe essere un po’ più riservato… riguardo a questo giovane ingegnere che lavora con lei… Non me ne frega un accidente se sceglie di andare a letto con tutti i ragazzi della corale o con un cocker spaniel, ma sarebbe più saggio che tenesse per sé la sua vita privata… Bisogna essere indulgenti, Turing, scendere a compromessi”.
Si scoprirà, poi, quanto di dolorosamente personale ci fosse nell’atteggiamento di Knox, che, infatti cita la frase di uno dei massimi pensatori del secolo ventesimo, Ludwig Josef Johann Wittgenstein, filosofo e logico austriaco amico di Touring: “Se i problemi della scienza si possono risolvere, i problemi della vita rimangono”.
E tra questi ultimi, la violazione dei tabù: la mela da non mangiare per non essere cacciati dal Paradiso terrestre. Così, il 31 marzo del 1952 Alan Turing fu arrestato per omosessualità e portato in tribunale, dove si difese affermando di non veder nulla di male nelle sue azioni. Condannato alla castrazione chimica, cadde in depressione e l’8 giugno del 1954, a soli 41 anni, venne trovato morto sul suo letto, avvelenato dal cianuro di potassio con cui aveva imbevuto una mela “rossa, matura e inglese”.
Un autentico coro di grandi attori, vestiti dei costumi di Dora Argento, contribuisce a mostrare toni e registri di questa vicenda dolente e amara: Mazzotta, una stupenda Liliana Randi e poi Irene Timpanaro, Domenico Bravo, Vincenzo Palmeri, Luca Fiorino e Carmelo Crisafulli.
Una storia troppo a lungo celata e che deve far riflettere
Ricordando anche come, nel 2009, Gordon Brown primo ministro Britannico, avesse chiesto ufficialmente scusa a Touring, stupito che “in tempi ancora alla portata della memoria… la gente potesse essere così consumata dall’antisemitismo, dall’omofobia, dalla xenofobia e da altri pregiudizi assassini”. E il 24 dicembre di quattro anni dopo, la regina Elisabetta II avrebbe concesso la grazia postuma ad Alan Turing.
“Enigma”, ha concluso domenica scorsa le repliche nel Teatro Vittorio Emanuele di Messina e adesso andrà in tournée a Perugia, Ravenna, Milano e concluderà le repliche nel febbraio del 2026 a Siracusa. Poi partirà per un nuovo tour.

