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Come i più piccoli possono scatenare l’immaginazione a Carnevale

Come i più piccoli possono scatenare l’immaginazione a Carnevale
maschere carnevale

I consigli dell’esperto: lasciare i bimbi liberi di decidere il personaggio da interpretare durante le festività carnascialesche è fondamentale

PALERMO – Il turismo di Carnevale in Italia ha il vento in poppa. Quest’anno, secondo un’indagine condotta dalla Cna vale oltre 450 milioni nel periodo che comprende il fine settimana, il lunedì e il martedì grasso, insomma fino al 4 marzo.

I dati non sono relativi soltanto ai comuni direttamente interessati da importanti manifestazioni carnascialesche, ma riguardano l’intero distretto territoriale, evidenziando una ricaduta positiva a macchia d’olio. Emerge dall’indagine, inoltre, che a trainare il turismo di Carnevale, e quindi di un periodo tradizionalmente poco vivace come questo a cavallo tra febbraio e marzo, sono anche gli stranieri.

Venezia è nettamente in cima al podio

Il suo Carnevale, peraltro, è quello che attira maggiormente il turismo dall’estero, grazie al fascino senza tempo della città. Alle spalle del capoluogo lagunare per movimento economico si piazza Viareggio, la località dei carri addobbati, autentica fabbrica di emozioni e divertimento per i ‘bambini’ di ogni età. Al terzo posto a pari merito le due manifestazioni dalla lunga storia che si tengono a Ivrea, con la famosa “battaglia delle arance”, e a Fano. Ma non bisogna dimenticare anche i tanti appuntamenti sparsi nelle varie regioni, come i meravigliosi Carnevali che animano le città siciliane.

Una festa che celebra il divertimento e coinvolge i grandi ma soprattutto i più piccoli, molto spesso alle prese con la difficile scelta del costume da indossare. Una decisione che, secondo Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’università Ludes-United Campus of Malta, deve essere fatta senza condizionamenti. “I piccoli – spiega – devono poter scegliere da soli cosa indossare, senza essere indirizzati. I genitori non devono influenzare il travestimento, bensì assecondarlo con storie, favole e racconti, aiutando il figlio a identificarsi nel modello che decide di impersonificare”.

Soltanto così il Carnevale può trasformarsi in una preziosa occasione di crescita, un modo per esprimere con creatività che posto vorrà avere nel mondo. “Mascherarsi a Carnevale – afferma ancora Farnetani – per i bambini è un momento privilegiato, forse l’unico in cui possono dare sfogo alla fantasia, all’intuizione, all’immaginazione. Il travestimento, l’acquisizione di un ruolo diverso e desiderato, è un momento importante anche per sviluppare la capacità di ragionamento, proprio perché uscendo dagli schemi tradizionali e ripetitivi della routine quotidiana. La mente si apre, imbocca percorsi diversi che determinano un arricchimento per il bimbo. Soprattutto se ha meno di otto anni, questo processo di identificazione è un aspetto che i genitori devono favorire”.

Lasciare il bambino libero di scegliere una maschera

Il primo suggerimento del medico, dunque, è “lasciare il bambino libero di scegliere una maschera o un costume che gli piaccia. Non è necessario acquistarne di particolarmente costosi o griffati ed è ammesso anche il riciclo: se il bimbo è affezionato a una maschera, a un costume particolare, va bene anche usare quello dell’anno prima se la taglia gli va ancora, o al limite glielo si può comprare uguale”.

Massima libertà, suggerisce Farnetani, con un unico “paletto”: “Sconsiglio le maschere che richiamano la violenza e le guerre, quindi raccomando di evitare travestimenti militari, accessori come spade, bastoni e armi varie. Una volta che l’oufit è stato deciso e procurato, si apre un momento altrettanto importante e privilegiato: la fase dell’immedesimazione”.

“I genitori, specie se il bambino ha meno di otto anni – esorta il pediatra – saranno chiamati a favorire la fantasia e l’immaginazione del figlio aiutandolo a costruire intorno al suo costume un mondo di cui possa sentirsi protagonista”. Un esempio concreto: “Al momento di andare al letto, prima di spegnere le luci, la favola della buonanotte potrà essere una storia legata al personaggio impersonato dal bimbo. Su proposta del genitore potrà anche essere il piccolo a inventarla, a ideare racconti e situazioni”.

Nessuna pressione o pretesa, però: “Non si tratta di partecipare a una trasmissione televisiva o a un premio letterario, scatenare fantasia e immaginazione è la sola cosa importante. L’idea deve essere proprio quella di promuovere nei bambini più piccoli l’identificazione con il personaggio dei sogni”.