La stessa chiave di lettura si applica alla proposta di riforma monetaria internazionale formulata nella dichiarazione di Kazan. Il documento non propone di sostituire il dominio del dollaro con altra moneta, ma di introdurre gradualmente una nuova unità di conto internazionale che non dipenda da nessun Stato e da nessuna economia, ma sia uno strumento di gestione collettivo e indipendente. Si tratta di una proposta di superamento degli accordi di Bretton Woods del 1944 che si muove nella direzione raccomandata da Keynes in quella sede e che fu bocciata dagli Usa per poter affermare la loro egemonia finanziaria.
Ma anche questa moderata proposta alla Keynes non lascia tranquilla Alicia Garcia Herrero che nell’articolo pubblicato su “Il Sole 24 Ore”, in rappresentanza del partito americano, scrive in proposito: “La dichiarazione di Kazan mira anche a ridisegnare il sistema monetario internazionale riformando le istituzioni multilaterali, tra cui il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale sostenendo alternative istituzionali non occidentali a questi organismi, come la Nuova banca per lo sviluppo e spingendo per la fine del preminente ruolo globale del dollaro Usa”, che è esattamente quello di cui il mondo ha bisogno come sostengono tanti seri studiosi di matrice occidentale, come lo era Keynes che però, a Bretton Woods, non fu sufficientemente occidentale, a detta di Alicia.
L’analisi dell’articolo di Alicia e del pensiero del quale essa si fa portavoce rafforza, dunque, l’esigenza di ripensare i confini e la natura del cosiddetto Occidente. Bisogna guardare con coraggio e speranza, con la vista non offuscata dai pregiudizi ideologici degli interessi dominanti, i movimenti dei Brics e gli sforzi che essi, insieme ad altri, fanno verso un mondo multipolare.
In questa prospettiva mi sembra giusto soffermarmi sulle giuste considerazioni di Paolo Ferrero del Partito della Rifondazione Comunista, uno dei pochi commentatori che ha capito e preso sul serio l’importanza della dichiarazione di Kazan che, su “Il Fatto Quotidiano” ha scritto: “Il vertice di Kazan, che non si è rivolto all’Occidente come nemico ma che ha avanzato una serie di proposte per riformare la governance mondiale in senso maggiormente egualitario e democratico, possa essere colto dai popoli occidentali per quello che è: una occasione per superare questa situazione di guerra e di ingiustizia planetaria. Dovrebbero accorgersene soprattutto i popoli europei che da questa situazione di dominio statunitense non hanno nulla da guadagnare, anzi: mentre fanno la guerra a Cina e Russia, gli Usa scaricano i costi sull’Europa. Prima i popoli europei si rendono conto di questa situazione e rivendicano l’indipendenza dell’Europa dagli Usa, prima finiranno le guerre e si costruirà finalmente un mondo multipolare in cui l’Europa possa stare a pieno titolo e portare il suo contributo. Il ruolo dei popoli europei è da questo punto di vista decisivo: se restano succubi degli Usa favoriscono la guerra. Se i popoli europei si rivoltassero contro gli Usa, renderebbero impossibile la prosecuzione delle guerre in ucraina e in Medio Oriente e nello stesso tempo porrebbero le basi materiali per un mondo finalmente multipolare e democratico”.
Temo che qualche Alicia dirà: ma allora tu sei comunista. Non lo sono e non lo sono mai stato. Sono un liberale democratico vecchio stampo e un aspirante cristiano, ma il talebanismo e la stupidità mi hanno sempre fatto paura da qualunque parte e da qualunque autorità provengano: dall’Occidente, dall’Oriente o da altra parte.
continua…

