Comiso, storia di Widad Arif, da migrante ad avvocato - QdS

Comiso, storia di Widad Arif, da migrante ad avvocato

redazione web

Comiso, storia di Widad Arif, da migrante ad avvocato

sabato 08 Febbraio 2020

La giovane marocchina, che vive nel Ragusano, da quando aveva un anno, ha ottenuto anche la cittadinanza italiana dopo aver presentato richiesta tre anni fa. Nei prossimi giorni giurerà nelle mani del sindaco Maria Rita Schembari

Da migrante ad avvocato. Questa la storia di Widad Arif, 31 anni, giovane marocchina che vive a Comiso, nel Ragusano, da quando aveva un anno, e che ha ottenuto anche la cittadinanza italiana dopo aver presentato richiesta tre anni fa.

Widad Arif, ha superato, il 23 gennaio scorso, gli esami da avvocato a Catania e da qui a qualche giorno potrà iscriversi all’Ordine.

Prima, però, le verrà conferita la cittadinanza italiana.

La richiesta, presentata tre anni fa, ha avuto esito positivo e da qui a qualche giorno Widad Arif sarà ricevuta dal sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari.

Presterà giuramento e, da quel momento, sarà cittadina italiana.

“Per me è motivo di orgoglio, un traguardo sognato ed atteso – ha detto Widad – sono e mi sento italiana”.

“L’Italia- ha spiegato – è il Paese che mi ha accolto, dove mi sono formata e sono cresciuta, qui ho studiato e mi sono laureata. E sono orgogliosa perché sono la prima avvocato del Foro di Ragusa giunta dal Marocco. Manterrò la doppia cittadinanza perché non voglio perdere il legame con il mio Paese d’origine, anche se lo conosco poco. Ci vado solo per trovare i nonni e i parenti”.

“Finalmente – ha detto poi Widad Arif – avrò il diritto di votare qui in Italia: in questi anni mi è mancato tantissimo. Seguo i comizi, la politica, il dibattito e le leggi varate dal Parlamento, ma finora non ho potuto votare. Potrò avere i diritti da cittadina italiana e viaggiare in Europa liberamente”.

“Durante gli studi universitari, per esempio – ha sottolineato la giovane – , ho dovuto rinunciare a un Erasmus in Inghilterra perché lì non potevo andare, se non a determinate condizioni”.

La neo avvocato vive a Comiso, con papà, mamma e due sorelle più piccole, entrambe già italiane.

“Le mie sorelle sono nate in Italia e, al compimento del diciottesimo anno, hanno potuto avere la cittadinanza. Io ho dovuto attendere e avere i requisiti, anche economici”.

“Finché ero studente e praticante – ha spiegato – non potevo averli. Una recente interpretazione giurisprudenziale ha permesso di tener conto anche del reddito della famiglia e allora ce l’ho fatta”.

Widad lavora in uno studio insieme ad altri avvocati.

“Ho dedicato – ha rivelato – la mia tesi di laurea al diritto della cittadinanza. Spesso, nello studio dove lavoro, posso ascoltare i problemi di chi è alle prese con le varie pratiche, permessi di soggiorno e altro. Non è facile, specie in un periodo in cui le norme cambiano continuamente. Per ottenere la cittadinanza italiana, ad esempio, prima c’era un termine di due anni dal momento della presentazione della domanda: con le nuove norme del decreto sicurezza bis il limite è diventato di quattro anni. Davvero tanto”.

Wadid ha ringraziato infine i suoi genitori.

“Ci hanno sempre sostenuto – ha detto – e mai ci hanno condizionato. Hanno voluto che potessimo studiare, con grandi sacrifici. La mia vita e quella dei miei genitori dimostra che c’è un Islam vero, che non deve essere guardato con sospetto. Io sono islamica, a casa mia si osserva il Ramadan, ma ho voluto studiare e conoscere tutte le religioni”.

“Ci sentiamo fortemente italiani – ha concluso – e siamo integrati nella nostra città”.

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