Commercialisti, allarme desertificazione per le partite Iva - QdS

Commercialisti, allarme desertificazione per le partite Iva

Elettra Vitale

Commercialisti, allarme desertificazione per le partite Iva

lunedì 29 Giugno 2020

Nell’Isola, tra il 2010 e il 2019 chiuse 3.800 attività. Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Miani: “Subito flat tax e detrazioni”

Disastro partite Iva in Italia. A lanciare l’allarme sono i commercialisti che, facendo riferimento alla relazione diffusa dall’Osservatorio Inps sul lavoro autonomo, sottolineano quella che sembra essere una vera e propria fuga dalla partita Iva a favore del lavoro subordinato e parasubordinato e un significativo incremento del livello medio degli assegni pensionistici.
Solo in Sicilia, dice Unioncamere, tra il 2010 e il 2019, si sono registrate qualcosa come -3.792 chiusure.

La vera paura è che, alla luce dei recenti risvolti dell’emergenza Coronavirus sul tessuto imprenditoriale, quello che era solo un rischio si trasformi in una tendenza irreversibile. C’è l’ipotesi che la crisi nera del 2011 che, solo nell’Isola ha registrato un saldo negativo di -4.400 attività, rischi di tornare alla ribalta e che l’emergenza sanitaria vissuta dall’Italia sia solo l’ultima scossa del terremoto che sta sconvolgendo il mondo delle imprese autonome . “È del tutto evidente – ha commentato il Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani – che, con la crisi innestata dall’emergenza epidemiologica, la tendenza già in atto di riduzione del numero di contribuenti che esercitano attività di impresa è destinata ad aumentare esponenzialmente, senza però trovare sbocco e assorbimento in un incremento della base occupazionale di lavoro subordinato e parasubordinato”. Una tendenza, secondo Miani “riconducibile a politiche sbagliate e politicamente prevenute sulle regole di determinazione della base imponibile, oltre che agli adempimenti correlati alla azione di controllo dell’Amministrazione finanziaria”.

Stando al rapporto Inps, infatti, nell’ultimo decennio è sceso di circa 560 mila il numero di contribuenti che hanno dichiarato redditi da attività di impresa o lavoro autonomo esercitate in forma individuale o associata, ivi compresi quelli che adottano i regimi sostitutivi di vantaggio e forfetario a fronte, di contro, di un aumento di oltre 1 milione il numero di contribuenti che hanno dichiarato redditi di lavoro dipendente (+5,1%). Inoltre, dal rapporto emerge anche che tra i contribuenti che dichiarano redditi da attività di impresa o lavoro autonomo esercitate in forma individuale o associata, si registra in particolare il dimezzamento dei contribuenti che dichiarano redditi di impresa individuale in regime di contabilità ordinaria e un calo di oltre 400mila unità (-17,6%) con riguardo ai contribuenti che dichiarano redditi di impresa o di lavoro autonomo prodotti in forma associata. Un dato, quest’ultimo, che trova il proprio presupposto nel calo a monte del numero di società di persone e soggetti assimilati (-23,95%), riconducibile in particolare al calo del numero di società in nome collettivo e società in accomandita semplice.

Le partite iva, infatti, sembrano aver perso completamente il loro fascino e sembrano essere rimasti solo pochi titolari “sopravvissuti” i quali si interrogano sulle condizioni della ripartenza dopo i mesi di stop in cui, guardando alla nostra Isola, otto titolari su dieci hanno dovuto abbassare la saracinesca e hanno potuto fare affidamento solo sull’indennizzo di 600 euro previsto dal Governo ma rimanendo sostanzialmente immobili. La fotografia scattata dall’Istituto di previdenza sociale pone, dunque, sotto la lente di ingrandimento una questione più che mai attuale, ovvero la necessità di mettere in atto delle azioni immediate e mirate sul versante della flat tax per le partite Iva individuali e, secondo il presidente dei commercialisti “bisogna mettere finalmente mano alle regole di detraibilità dell’Iva e di deducibilità dal reddito di impresa e di lavoro autonomo. Già solo questa mossa applicata solo per i nuovi acquisiti darebbe un forte impulso ad un settore che rischia davvero molto nei prossimi mesi” ha concluso Miani.

Elettra Vitale

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