Si riaccendono, pare per l’ultima volta, i riflettori su Vigata e su Salvo Montalbano. Il titolo dell'episodio finale (se non ci saranno colpi di scena) è "Il metodo Catalanotti"
Torna l’8 marzo l’appuntamento televisivo con il commissario
più amato d’Italia. Si riaccendono, pare per l’ultima volta, i riflettori su
Vigata e su Salvo Montalbano. Dopo la tre giorni cinematografica del
febbraio 2020 dell’episodio “Salvo amato, Livia mia”, riproposto nel mese
successivo sulla rete ammiraglia della Rai insieme a “La rete di protezione”, il
2021 è l’anno dell’ultimo episodio: “Il metodo Catalanotti”.
A oltre vent’anni dalla prima messa in onda (1999), dopo esser sbarcato in oltre 65 Paesi del mondo, la saga televisiva del commissario Montalbano sembra destinata a concludersi. A determinare la scelta soprattutto i tre lutti che in pochi mesi si sono abbattuti su una delle fiction più amate e seguite dal pubblico: dopo il “padre di Montalbano” Andrea Camilleri, scomparso a Roma il 17 luglio 2019, sono venuti a mancare anche il regista Alberto Sironi e lo scenografo Luciano Ricceri.
«Voglio far sedimentare il dolore, la malinconia. Voglio
riflettere e vedere se è il caso di finirla qua oppure se prendere il testimone
e concludere in bellezza con l’ultimo romanzo che è nella cassaforte di
Sellerio», aveva dichiarato Luca Zingaretti. L’attore protagonista che
dopo la morte di Sironi per gli ultimi episodi ha preso le redini della regia
seguendone indicazioni e stile, infatti, annunciò in conferenza stampa un anno
di fermo nelle riprese. «Ne abbiamo già – aggiunse – anche un altro, “Il cuoco
dell’Alcyone”, che è uscito mentre eravamo sul set. Bisogna capire se uno non
se la sente più di andare avanti senza determinate figure fondamentali oppure
continuare».
Sarà la fine di Montalbano o la saga televisiva del commissario
di Vigata troverà un giorno una conclusione come quella cartacea proprio con il
“Riccardino”, romanzo pubblicato postumo e arrivato in libreria il 16
luglio 2020 ad un anno esatto dalla morte di Andrea Camilleri? Non resta che
sperarlo.
Del
resto, con una trovata tutta pirandelliana, proprio tra le pagine del romanzo
il commissario si trova davanti il suo alter ego televisivo Zingaretti e «un
tale Camilleri, uno scrittore locale [..] una gran camurria d’uomo» a cui ha
raccontato una delle sue indagini e che ne aveva fatto un romanzo che non aveva
avuto successo «siccome in Italia leggono quattro gatti» mentre i successivi,
scritti in una “lingua bastarda”, avevano invece avuto un successo
enorme, anche all’estero, tanto da arrivare in tv e «ora tutti lo acconoscevano
e lo scambiavano per quell’altro» che «non gli assomiglia ed è di 15 anni più
giovane».
«Ci voleva una trovata alla Montalbano per
fargli abbandonare la scena», aveva promesso lo scrittore agrigentino agli
affezionati lettori e spettatori del commissario più noto d’Italia: «Montalbano
non morirà, nessuna autopsia. Ma non potrà sbucare da nessuna altra parte. Se ne
andrà, sparirà senza morire!».
Valentina Ersilia Matrascia