L’Amministrazione Bolognari ha contestato senza mezzi termini la recente nomina del neo commissario Pippo Palmeri e invocato un nuovo spirito di collaborazione istituzionale
TAORMINA (ME) – Avevano minacciato l’uscita dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia subito dopo la nomina, avvenuta la scorsa estate a opera della Regione, di Beatrice Venezi alla direzione artistica del sodalizio. Adesso, l’Amministrazione comunale, con in testa il sindaco Mario Bolognari, non ci sta proprio alla recente nomina di un nuovo commissario, Pippo Palmeri, che ha preso il posto del dimissionario Bernardo Campo.
In una lettera indirizzata all’assessorato regionale del Turismo, Sport e Spettacolo – diretto da Manlio Messina quando venne nominata Venezi e adesso da Elvira Amata – il primo cittadino della Perla dello Ionio ha espressamente sottolineato che la nomina di Palmeri è palesemente in contrasto con lo Statuto della Fondazione, che invece assegna la presidenza e la legale rappresentanza del sodalizio al sindaco della città di Taormina.
D’altronde è stato così per quasi quarant’anni, quando Taormina Arte era un Comitato, composto dal Comune di Taormina, dalla Regione e da Comune e Provincia di Messina, e nel quale al sindaco della città del Centauro toccava di diritto la presidenza della kermesse culturale. Norma riportata poi nello Statuto della nuova Fondazione, composta oggi soltanto da Taormina e dalla Regione, e ufficialmente approvato con decreto assessoriale del 9 giugno 2022, secondo cui la presidenza tocca appunto alla città del Centauro che è socio paritario al 50% con Palazzo d’Orleans.
L’acquisizione dello Statuto da parte dei rispettivi soci fondatori e la relativa registrazione notarile, avrebbero inoltre chiuso la fase commissariale, che Bernardo Campo non poteva più protrarre anche per la recente nomina a vice commissario del Comune di Catania. “Proporrò al Consiglio comunale di recedere dalla Fondazione, revocando il conferimento della Casa del cinema al patrimonio della stessa”. Aveva detto Bolognari in occasione della nomina di Venezi alla direzione artistica, che sembrò non essere stata per nulla concordata con Palazzo dei Giurati.
Adesso il sindaco, nel sottolineare che la nomina di un ulteriore commissario raffigura un “atto che potrebbe considerarsi illegittimo”, ha invocato un nuovo spirito di collaborazione. Anche perché, stando sempre al nuovo statuto, Palazzo dei Giurati ha nominato il proprio rappresentante al neo Consiglio di amministrazione di Tao Arte – da comporre entro il 10 febbraio – affidando il posto al giornalista e critico cinematografico, Franco Cicero. Atto di designazione inviato all’assessorato regionale al Turismo, in attesa che da Palermo arrivi il dietrofront sul commissario e la nomina, invece, del proprio rappresentante in seno al Cda.
Insomma uno scontro ancora vivo, quello tra Comune di Taormina e Regione siciliana, che non sembra essersi rimarginato, ma che soprattutto sembra relegare la componente storica del sodalizio a un nuovo ruolo del tutto marginale. Per la seconda volta il primo cittadino del paese che rappresenta metà della Fondazione, non pare sia stato consultato, né tantomeno informato della decisione di protrarre la fase commissariale.
Bolognari aveva definito la nomina non concordata di Venezi un “gravissimo sopruso perpetrato contro la città, oltreché una cafonata istituzionale”. Passati sei mesi la storia si è ripetuta, con la nomina di Palmeri che, oltre a essere sindaco di Roccamena e funzionario presso l’assessorato regionale ai Beni culturali (prima lavorava al Turismo) è stato candidato alle regionali per Fratelli d’Italia, e si affianca alle altre due figure di peso nominate dalla Regione, Beatrice Venezi appunto, e la sovrintendente, Ester Bonafede.
Dalle prime dichiarazioni, Palmeri ha manifestato la volontà di risollevare ancor di più le sorti di Tao Arte. Ma quando la prossima stagione culturale dovrebbe già essere definita e pubblicizzata, il sito della Fondazione è ancora fermo al programma di eventi del passato Natale. Non proprio il massimo del rilancio per un sodalizio fin ora troppo concentrato sulle dinamiche di amministrazione.