Il caso di Campofelice di Roccella, appena uscito e subito tornato a rischio default, rappresenta un campanello d’allarme per la tenuta e il futuro degli Enti locali dell’Isola. L’Anci Sicilia chiede un intervento al Governo nazionale prima di superare il punto di non ritorno
PALERMO – L’allarme è stato dato dalla Corte di Conti siciliana. Nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario 2025, la relazione del Presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, Salvatore Pilato, non ha lasciato dubbio alcuno: “Sulla gestione di bilancio degli Enti locali emergono le diffuse difficoltà di natura strutturale, riferite tanto ai Comuni di grandi dimensioni che ai Comuni di media-piccola dimensione, di procedere alla efficiente riscossione delle entrate tributarie e patrimoniali, in misura idonea e sufficiente ad assicurare l’equilibrio finanziario. Pertanto, nello svolgimento dei controlli finanziari, è fondamentale l’acquisizione di elementi utili a valutare la capacità amministrativa nell’attuazione della spesa d’investimento in situazioni di trasparenza nell’affidamento contrattuale e la sussistenza di un margine corrente, sufficiente ad assorbire i costi ordinari di natura aggiuntiva, gravanti sull’equilibrio di bilancio”.
Sono 73 i Comuni siciliani in dissesto
Gli Enti in dissesto al 31/12/2023 erano 68, cui si sono aggiunti altri 15 Enti che hanno dichiarato il dissesto nel 2024 mentre nove hanno chiuso la procedura con l’approvazione del rendiconto di liquidazione. E sono quindi 73 i Comuni in dissesto. A questi si aggiungono i 39 con una precarietà economica dovuta all’essere in Prfp, il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, detto anche “predissesto”. Si tratta di una procedura amministrativa adottata dagli Enti locali….