Politica

Comuni: il sindacato Snalc, 65 capoluoghi a rischio default

Sessantacinque capoluoghi di provincia in regime attuale di predissesto, sono a rischio default.

L’unica via di uscita è recepire la risoluzione trasmessa dal Consiglio di Presidenza della Corte dei conti a fine marzo e trasformarla in decreto legge.

Lo afferma la Snalc, segreteria Nazionale Autonoma Lavoratori Comuni.

Secondo il sindacato non basta intervenire sugli effetti della recente sentenza della Corte Costituzionale che, decretando l’illegittimità della norma che spalmava i debiti a 30 anni, ha creato difficoltà soprattutto alle città metropolitane.

La vera questione richiamata puntualmente dal Consiglio di Presidenza della magistratura contabile, è quella dei flussi finanziari in entrata.

“Tanti comuni, moltissimi – ricorda Paolo de Virgilio, segretario dello Snalc – non riescono a incassare tributi e pregressi, specialmente al centrosud, perché la situazione economica generale e la tendenza spiccata a eludere le tasse comunali, porta a non avere flussi finanziari reali in entrata. Il viceministro Castelli aveva promesso e annunciato un decreto legge che, però, ancora non si vede”.

Il sindacato ricorda che in dodici anni i Comuni hanno visto, insieme agli altri enti locali, ridursi di ben cinquanta miliardi di euro le entrate da parte dello Stato.

Sono a rischio, escludendo le città metropolitane, tre miliardi di euro di esigibilità per le imprese e 1.600 posti di lavoro a tempo determinato per il personale che decadrebbe in caso di dissesto.
“Il Governo non deve perdere più tempo – sottolinea il sindacato – attuando un provvedimento a costo zero, anche in considerazione del fatto che i residui di bilancio sono ancora esigibili, essendo stata dilatata la prescrizione attraverso le ingiunzioni di pagamento”.

“Gran parte dei Comuni – conclude la nota dello Snalc – paga le gestioni iniziate nel 1993, con la riforma dell’elezione dei Sindaci, che hanno prodotto in un decennio gli attuali debiti. È indispensabile il Governo eviti che la situazione degeneri”.