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Con i videogame il bullismo va Ko. Il progetto di una scuola di Pavia

Con i videogame il bullismo va Ko. Il progetto di una scuola di Pavia
Silvia Palumbo, preside del Liceo “Teresio Olivelli” di Pavia

La preside Silvia Palumbo del Liceo “Teresio Olivelli” di Pavia spiega al QdS i dettagli dell’iniziativa

Ogni periodo storico ha i suoi tratti distintivi, e le generazioni che lo vivono sviluppano bisogni e sensibilità differenti rispetto a quelle che le hanno precedute. Di conseguenza, le istituzioni devono essere capaci di interpretare il clima collettivo e modellare su di esso i propri metodi e il proprio orientamento. L’istituzione che più di ogni altra entra in contatto diretto con le persone, per di più nel periodo in cui plasmano la propria personalità e acquisiscono gli strumenti fondamentali per la relazione con l’altro, è la scuola. Oggi la scuola non può più essere soltanto un luogo dove si incamerano nozioni e si superano interrogazioni. Deve essere un microcosmo in cui gli adolescenti si confrontano con la realtà e le sue complessità.

Bullismo e cyberbullismo: una sfida educativa

Fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo, con il secondo in aumento negli ultimi anni (secondo un rapporto realizzato dall’ufficio europeo dell’Oms), rendono urgente l’esigenza di educare non solo alla conoscenza, ma anche all’empatia e alla responsabilità, formando giovani consapevoli dei benefici, personali e collettivi, derivanti da una relazione sana con l’altro da sé. Il Liceo “Teresio Olivelli” di Pavia ha preso particolarmente a cuore questo tema e ha avviato un innovativo progetto dal nome “Stop al bullismo”. Abbiamo parlato con la preside Silvia Palumbo, che ci ha raccontato come viene strutturato il progetto e quale messaggio intende mandare l’istituto attraverso la sua implementazione.

Il progetto “Stop al bullismo”

Preside Palumbo, cosa ha spinto il Liceo Olivelli a investire sul progetto ‘Stop al bullismo’ e come viene articolato?
“La recente normativa prevede nella scuola di oggi una sensibilizzazione maggiore rispetto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, per cui è stata richiesta la nomina di un referente da parte della scuola e di una formazione mirata per i docenti. Abbiamo diversificato due percorsi all’interno di questo progetto: un primo di autodifesa per la prevenzione dal bullismo e un secondo di eSports per la prevenzione dal cyberbullismo. Sebbene appaiano slegati dalla didattica tradizionale, mettono in atto una serie di competenze trasversali che sulla didattica ricadono. Rispetto all’autodifesa, al di là dell’aspetto pratico, viene messa in atto una fase in cui i ragazzi e le ragazze devono gestire le ansie e le tensioni e saper riconoscere le situazioni che potrebbero diventare problematiche.

“Imparare a difendersi è l’ultimo step, il grosso del corso è dedicato a sviluppare negli studenti, anche grazie al contributo di uno psicologo, la capacità di riconoscere atteggiamenti o situazioni rischiose, acquisire capacità di problem solving, decision making, tutte soft skills che hanno una ricaduta nella vita di tutti i giorni. Gli eSports invece, che stanno prendendo piede nel Nord Europa, si fondano su una competizione sana nell’uso dei videogiochi. Ci siamo appoggiati a Novo, una società che ha realizzato un percorso per l’utilizzo consapevole del videogioco, con una serie di sfide durante le lezioni. La competizione mette in atto una serie di capacità che gli studenti devono sviluppare: abilità strategiche, di nuovo problem solving, cooperazione tra pari l’inclusività, che negli eSports viene garantita.”

C’è un legame tra la realizzazione questo progetto e la scelta di adottare il potenziamento Stem nel vostro istituto?
“Certamente. Noi tre anni fa circa abbiamo deciso di dare un nuovo volto al nostro liceo. Il potenziamento Stem consiste in una didattica del reale, in cui gli studenti sono più coinvolti, più stimolati, una didattica più creativa che sposa le loro attuali esigenze. Ci eravamo resi conto che le classiche lezioni frontali non bastavano più e ci siamo prefissati l’obiettivo di avviare tantissimi progetti, che non costituiscono un ostacolo, ma risultano fondamentali per gli studenti di oggi. L’apprendimento stesso, quando tornano tra i banchi, è più gradevole da parte da loro.”

Quanto è importante per la scuola poter accedere ai finanziamenti europei?
“È importante. In queste annate siamo stati fortunati perché dal Pnrr e dai Fondi sociali europei sono arrivati tanti finanziamenti grazie ai quali queste iniziative sono state possibili. Ci permettono di contribuire con eccellenza grazie all’impiego di risorse esterne specializzate”.

Quale messaggio vuole trasmettere la scuola ai suoi studenti attraverso l’attuazione di progetti come questo?
“La nostra missione di scuola è quella di mettere lo studente al centro. Per noi lo studente costituisce una risorsa, dunque dar modo allo studente di fare cose diverse da quelle tradizionali è estremamente importante perché lo rende protagonista, capace di scoprire abilità o talenti che non pensava di avere e di fare quel percorso di scoperta di sé che avviene proprio negli anni del liceo. Al di là delle informazioni che vogliamo trasmettere, il vero successo è formarlo dal punto di vista umano”.

Una scuola inclusiva e orientata al futuro

Il progetto “Stop al bullismo” realizzato dal Liceo Olivelli di Pavia rappresenta solo una parte di un più vasto quadro di innovazione alla didattica, che va oltre il sistema regole/sanzioni. La scuola, promuovendo una cultura dell’inclusione, offre agli studenti strumenti concreti per vivere i rapporti tra pari con spirito di coesione e di reciproca comprensione.